I truffatori scelgono di puntare sui social per architettare questo nuovo raggiro ai danni delle Poste Italiane attaccando principalmente i possessori della carta PostePay. L’allarme è lanciato in un comunicato stampa diramato dalla stessa Polizia di Stato che intende avvisare gli utenti di prestare massima attenzione alla diffusione sui social dei propri dati sensibili. Stando alle testimonianze gli hacker puntano ai nostri profili Facebook per impossessarsi dei dati di accesso al profilo web collegato alle carte ricaricabili, così da poter rubare il denaro senza destare sospetti. Sono già centinaia le segnalazioni ricevute da Poste Italiane: le vittime lamentano di aver subito furti di denaro in seguito a minacce informatiche ricevute tramite un sms su Facebook.
Come funziona il raggiro? Poste Italiane fornisce un servizio di assistenza clienti per i conti PostePay direttamente su Facebook Messenger: i truffatori fingendo di fornire il medesimo servizio di assistenza clienti su Facebook creano delle pagine finte per raggiungere gli utenti e raggirarli. I finti operatori dell’azienda Poste Italiane contattano le vittime con un messaggio sulla chat di Facebook, grazie al quale informano l’utente che sono stati riscontrati dei problemi sul servizio e che per continuare a utilizzare la PostePay serve fare un aggiornamento dei propri dati.
Ovviamente non c’è nulla di vero: lo scopo è quello di scoprire le informazioni riservate della nostra carta per poi poter rubare i soldi. In alcuni casi i finti operatori di Poste Italiane chiedono anche il codice OTP, ossia il codice di sicurezza che ci arriva sullo smartphone per autorizzare le transazioni, in modo da avere tutti i dati possibili per fare dei bonifici ai loro conti. Come difendersi? Ricordate che Poste Italiane non contatta mai i propri clienti con un messaggio su Facebook Messenger poiché l’azienda utilizza canali tradizionali come l’invio di una raccomandata oppure una chiamata diretta sul numero personale del proprio cliente. Qualsiasi altra tipologia di comunicazione ricevuta online via email o sui social è da ritenersi non veritiera pertanto da catalogare come un vero e proprio tentativo di truffa informatica da cui stare alla larga.
Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile