Controlli del Fisco: come tutelarsi.

E’ notizia recente che qualsiasi cittadino privato o professionista possa subire un controllo fiscale sui propri conti al fine di accertare la presenza di redditi non dichiarati. L’Agenzia delle Entrate, in caso di dubbi su azioni sospette, può infatti richiedere alla banca documenti relativi alle operazioni effettuate dal soggetto. Il Fisco infatti può, per legge, “presumere” che versamenti e prelievi su conti correnti possano essere dovuti a ricavi in nero conseguiti durante l’esercizio dell’attività professionale, se il contribuente non riesce a dimostrare il contrario. Ad oggi per separare le operazioni commerciali da quelle private si usa aprire conti correnti diversi: tuttavia molti professionisti utilizzano il conto personale per versare assegni ricevuti come pagamento di prestazioni lavorative o per pagare le tasse.

In tali casi, secondo la legge, la suddetta “presunzione legale” si applica anche all’ipotesi di intestazione di rapporti bancari a terzi che si ha motivo di ritenere legati al reddito del contribuente. Se il reddito annuo del professionista oggetto di controllo non è tale da giustificare l’ammontare dei versamenti sul conto, il fisco può presumere che si tratti di somme derivate da attività svolte in nero, con la conseguente tassazione delle stesse con sanzioni ed interessi. Come difendersi in caso di “presunzione di evasione fiscale”? Bisogna dimostrare la provenienza legittima degli importi: per ogni operazione effettuata tramite conto corrente è necessario compilare la causale indicando nella stessa gli estremi della fattura di riferimento. Per le erogazioni di denaro effettuate tra familiari a titolo di donazione è buona norma sottoscrivere una scrittura privata tra le parti con data certa. Infine bisogna conservare sempre una copia di ricevute, fatture e scontrini per giustificare prelievi e spese effettuate.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

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