Buoni pasto,ecco cosa c’è da sapere.

I buoni pasto sono una risorsa importante per le famiglie italiane e ci sono novità al riguardo relative ai giorni in cui possono essere utilizzati, a chi spettano, ed al limite per farne un uso cumulativo. Il nuovo decreto, entrato in vigore il 9 settembre scorso, stabilisce che i buoni pasto potranno essere concessi anche a coloro che hanno un contratto di lavoro subordinato part-time ed anche ai collaboratori aziendali non subordinati. Il buono pasto dovrà essere cartaceo ed indicare il codice fiscale del datore e della società che li emette, l’importo in euro, la scadenza, lo spazio per la firma del lavoratore e per il timbro dell’esercizio in cui verranno utilizzati.

Il buono pasto ha un carattere nominativo pertanto non può essere né venduto, né donato: essendo infatti di proprietà del lavoratore non è un titolo trasferibile neanche al coniuge che va a fare la spesa per conto della famiglia. I buoni sono parzialmente deducibili, quelli cartacei hanno un valore massimo di 5,29 euro non soggetti a tassazione mentre quelli elettronici hanno un importo, non soggetto a tassazione, pari a 7 euro. I buoni pasto possono essere usati presso varie attività commerciali quali bar, supermercati, mense, spacci aziendali, agriturismi. La nuova normativa stabilisce che i buoni pasto possono essere utilizzati anche in giorni non lavorativi ed in modo cumulativo fino ad un massimo di otto spendibili nello stesso esercizio per spese a solo carattere alimentare.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

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