Affittare: più di metà del canone destinato a tasse e spese

di Umberto Buzzoni

Una ricerca del Il Sole 24 Ore fornisce dati interessanti sulla locazione degli immobili in termini di tassazione e spese nelle diverse città italiane.

Per ottenere una classifica sono state calcolate le aliquote Imu e Tasi del 2014, le imposte sui redditi (Irpef al 38% a cui vanno sommati addizionali e tassa di registro) e le spese a carico del proprietario (stima del 10% dell’importo del canone).

Al primo posto la città di Lecco in cui per la cedolare secca svanisce circa il 47% dell’affitto (tasse e spese di manutenzione) e per un’aliquota Irpef medio-alta si arriva all 66% e di poco inferiori rispettivamente sul 45% e 64% per altre città del centro-nord come Padova, Viterbo, Torino, Pordenone e Verona. A Messina, ultima della classifica, chi opta per la cedolare secca perde il 37% mentre chi è sottoposto ad un regime di tassazione ordinaria del 55%.

In pratica con un canone di 13.000 euro, nel caso di un affitto di una casa a Milano, il proprietario incassa in realtà 8.000 euro se con cedolare secca e solo 5.500 euro se in tassazione ordinaria.

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