di Petula Brafa
Per l’inaugurazione dell’anno scolastico 2014/2015, il Premier Matteo Renzi ha presenziato, questa mattina, a Palermo presso l’Istituto “Don Pino Puglisi”, intitolato al sacerdote vittima della mafia il 15 settembre 1993, prendendo atto della necessità degli interventi a più voci richiesti dal corpo docente e dalle famiglie nell’attenzione riservata all’istruzione scolastica.
Nell’occasione, l’ingresso del Presidente del Consiglio è stato seguito da aperte contestazioni ad opera della cospicua rappresentanza di insegnanti precari, di famiglie in difficoltà economiche, di lavoratori edili disoccupati.
Le attese stabilizzazioni lavorative e la sostenibilità della spesa restano, infatti, i nodi della
polemica del nuovo anno scolastico, oggi contrastata dalle promesse di prossime assunzioni.
«Nella scuola ci sono 149 mila persone che hanno l’obbligo di essere assunte» – ha detto il Premier – «Siamo nelle condizioni di cambiare il meccanismo, di modificare il volto della scuola ma a patto che queste persone facciano uno sforzo, facciano fino in fondo il loro dovere, indicando ai ragazzi che la strada da seguire è quella del merito», aggiungendo che «Questo Paese non tornerà a crescere se la ragioneria dello Stato indovinerà la Finanziaria del 2015, ma se tornerà ad avere rispetto per gli insegnanti considerandoli centrali».
E pari appello alle istituzioni aveva già sollecitato nei giorni scorsi il Codacons, lamentando
l’increscioso incremento del 2%, rispetto al 2013, della spesa per materiale scolastico, con costi compresi tra 450 e 490 euro per ciascuno studente e una media oscillante tra 840 e 1.100 euro per l’acquisto dei libri di testo.
Secondo il Presidente Carlo Rienzi, “Il Ministero dell’istruzione deve intervenire per contenere la spesa delle famiglie e impedire i rincari dei testi scolastici e lo sfioramento dei tetti massimi fissati dallo stesso dicastero. La stangata che attende gli italiani sul fronte della scuola, infatti, minerà i consumi in altri settori, perché le famiglie sempre più in difficoltà saranno costrette a rinunciare ad altri acquisti per poter mandare i propri figli a scuola, con evidenti danni per il commercio e l’economia nazionale”. Per queste ragioni, l’Associazione ha invitato le famiglie a segnalare le scuole che supereranno i limiti di spesa e a denunciarne la condotta.
In nome del lavoro e dello stato delle aule, il comitato di operai edili disoccupati ed il sindacato di categoria, infine, hanno sollecitato gli investimenti per il recupero e la messa in sicurezza dell’edilizia scolastica sull’intero territorio nazionale ed in Sicilia, in particolare. ”Per la Cgil” – ha dichiarato il segretario Enzo Campo -, “è importante il lavoro, l’avvio di nuovi cantieri, ma anche il fatto che i ragazzi possano avere a loro disposizione scuole sicure, aule idonee, adeguate, solari, dove poter studiare tranquillamente e bene e far stare serene anche le loro famiglie.”
(Fonti: ASCA, Corriere della Sera)