Sentenza storica, Abbanoa non può staccare l’acqua ai morosi

acqua 2da Cagliaripad

Abbanoa non può staccare l’acqua per obbligare gli utenti morosi a pagare quanto richiesto. Lo ha stabilito – secondo quanto riporta oggi il quotidiano L’Unione Sarda – il Tribunale di Cagliari, che ha dato ragione ad una donna di Maracalagonis che si era vista sigillare i rubinetti di casa per un presunto debito di quasi 7000 euro.

   Se ciò fosse consentito ad Abbanoa – scrive il quotidiano sardo – il fatto che operi in regime di monopolio costringerebbe i clienti a piegarsi alle sue richieste anche qualora fossero palesemente infondate. Dunque si toglierebbe loro la possibilità di vedere riconosciute le proprie ragioni in un’aula di giustizia.

   E’ il principio affermato dal Tribunale civile di Cagliari nel decreto con cui, lo scorso 31 marzo, ha accolto il ricorso dell’utente di Maracalagonis, ordinando ad Abbanoa l’immediato ripristino della fornitura idrica. In attesa di pronunciarsi sul merito – riporta L’Unione Sarda – cioè di chiarire se l’utente debba davvero tutti quei soldi richiesti, il giudice Mario Farina ha accolto in via cautelare la richiesta di sospensiva presentata dai legali dell’associazione Casa dei diritti. La causa è fissata per martedì 15 aprile.

Nel pomeriggio la replica. Nessun blocco agli slacci delle utenze che non pagano l’acqua da anni. Lo precisa, in una nota, Abbanoa, spiegando che l’ordinanza del Tribunale di Cagliari è unicamente relativa ad un ricorso d’urgenza di una cliente di Maracalagonis e non ha alcun ricaduta su altri procedimenti.

   “Prima ancora di entrare nel merito della vicenda (l’udienza è fissata per martedì 15) – precisa Abbanoa – il giudice ha disposto il temporaneo riallaccio: sottolinea come gli slacci debbano essere eseguiti soltanto dopo aver rispettato determinate procedure a tutela del cliente stesso. Questione che Abbanoa dimostrerà abbondantemente di aver eseguito (il provvedimento d’urgenza è stato adottato “inaudita altera parte” quindi prima del confronto con la controparte e cioè Abbanoa).

Dal 2008 a oggi l’utente in questione ha avuto ben sette procedure di messa in mora regolarmente concluse. Il debito è andato aumentando a causa del mancato pagamento delle fatture dal 2007 in poi che complessivamente sono state 16. Alla cliente sono stati concessi piani di rientro che però non ha mai rispettato. Nel rispetto della stragrande maggioranza dei clienti che regolarmente pagano il servizio erogato, lo slaccio è un atto dovuto di fronte a utenze gravemente morose da diversi anni. Siamo certi che quando il Tribunale entrerà nel merito della vicenda saranno riconosciute le nostre ragioni”.

   “Come tutti i gestori di servizi e di reti, non solo idriche – conclude la nota di Abbanoa – tutta la giurisprudenza nazionale dà legittimità agli slacci quando esistono alcuni presupposti: una morosità conclamata, procedure rispettate (in questo caso numerosi solleciti, raccomandate con ricevute di ritorno firmate dalla cliente e persino un telegramma), assenza di contestazioni che non siano pretestuose”.

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