Sono stati resi noti, nell’ambito del Workshop del 28 e 29 marzo 2012 presso l’Istituto Superiore di Sanità, i risultati dell’ultima indagine PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), volta ad individuare il rapporto tra stato di salute e condizione sociale, al fine di individuare le eventuali patologie legate allo stile di vita e di prevenirne l’insorgenza, nel segno del benessere del cittadino e del contenimento delle ricadute economiche sul sistema sanitario nazionale.
Il “Rapporto 2007-2009”, condotto dalle ASL partecipanti su un campione di circa 98.000 persone tra i 18 ed i 69 anni, ponendo a confronto lo stato socio-economico, il livello di istruzione, le abitudini alimentari, la propensione alla profilassi, ha evidenziato proprio l’importanza di queste “determinanti sociali” nell’esposizione ai “fattori di rischio” patogeno, pervenendo a conclusioni che, ancora una volta, dimostrano l’urgenza di interventi educativi e preventivi negli ambienti socialmente più compromessi.
Più concretamente, i numeri attestano la maggiore tendenza al fumo (28% degli intervistati), alla sedentarietà (29%), all’obesità (12%), all’ipertensione arteriosa (21%), all’ipercolesterolemia (25%), a patologie croniche (18%) e respiratorie (8%), al diabete (8%) ed alla depressione (8%) nella popolazione a più basso livello economico e culturale, con prevalente diffusione nelle regioni centro-meridionali.
Fa eccezione l’uso di alcol (20%), che ha nelle donne (15% rispetto al 25% degli uomini) più istruite le maggiori consumatrici.
Proporzione inversa, al contrario, registra l’attenzione alle cure mediche ed alla diagnosi preventiva, radicata nella popolazione di medio-alto livello economico e accademico, residente nel Nord Italia: cosi per l’esecuzione della mammografia (69% delle intervistate, delle quali l’80% al Nord ed il 49% al Sud), del pap test (74%, di cui l’84% al Nord ed il 58% al Sud) e dell’esame del colon retto (33% di uomini e 31% di donne, con minore frequenza al meridione).
Si impone, pertanto, la necessità di opportune campagne informative, – se non di iniziative istituzionali -, tali da contrastare il livellamento del benessere psico-fisico alla condizione economica: ne è prova l’indice di bassa soddisfazione del proprio stato di salute, dichiarato dai soggetti con difficoltà economiche residenti nelle regioni centro-meridionali contro le percentuali rilevate, invece, nella popolazione più giovane ed istruita del Nord (71% uomini, 61% donne).