Gli alberi per l’acqua: senza foreste avremmo più sete

Ogni volta che aprite il rubinetto dell’acqua per riempire una teiera o una pentola per cuocere del riso o della pasta, pensate a chi lo ha reso possibile: una foresta. Potrebbe essere lontana cento o più chilometri dal luogo in cui vi trovate, ma è assai probabile che dobbiate la vostra tazza di the, almeno in parte, agli alberi che hanno contribuito a catturare l’acqua, e che l’hanno fatta filtrare per un lungo viaggio sino a voi.

L’importanza delle foreste per il ciclo dell’acqua non può essere sottovalutata. Esse rallentano il flusso dell’acqua, facendola filtrare delicatamente attraverso il suolo, garantendo stabili forniture per tutto l’anno, anche durante le stagioni più aride. Allo stesso tempo, le foreste filtrano l’acqua che entra nei fiumi, nei laghi, nei corsi d’acqua e nelle falde sotterranee, aumentando la qualità di questa risorsa vitale. Una ricerca in Burkina Faso ha dimostrato che un singolo albero può aiutare a ricaricare le falde acquifere, facendo sì che l’acqua non evapori dal suolo, grazie alle radici che consentono all’acqua piovana di filtrare più profondamente nel terreno, fornendo così acqua potabile pulita e sicura.

Lo stretto ed essenziale rapporto tra le foreste e l’acqua è il tema della Giornata internazionale delle Foreste di quest’anno, che si celebra il 21 marzo. La FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, coglie quest’occasione per evidenziare il ruolo cruciale che le foreste svolgono nella fornitura di acqua di buona qualità per una popolazione mondiale in continua crescita. Oltre a garantire l’approvvigionamento di acqua potabile, la gestione delle foreste riduce la povertà mediante la creazione di posti di lavoro, aiuta a prevenire gli incendi boschivi, protegge i bacini idrografici e fornisce altri servizi, come la rimozione dell’anidride carbonica dall’aria che respiriamo.

fonte La Repubblica

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