Agenzia delle Entrate ed accertamenti fiscali: casi in cui scattano i controlli.

In questo articolo parleremo dei possibili casi sospetti che fanno scattare un accertamento fiscale. Il primo tra tutti è il pagamento di fatture false ovvero quando si ha uno scambio di denaro per una prestazione mai erogata. A volte tali documenti fiscali sono emessi solo per ricevere contributi  o sconti statali. Il rischio di essere scoperti è alto e le conseguenze riguardano sia chi crea la fattura falsa sia colui che la paga. Un altro caso che desta sospetti è il rimborso per spese non dimostrabili. Spesso si ricevono soldi da persone con cui non si hanno rapporti contrattuali o di parentela. In queste situazioni è necessario dimostrare, con un documento, la spesa sostenuta ad esempio un biglietto aereo, uno scontrino, la fattura di un pernottamento in hotel. Dello stesso avviso anche i bonifici non dimostrabili specie se gli importi sono alti: in questo caso bisogna avere un documento scritto per giustificare il bonifico. Dire “è un regalo»” non salva dall’accertamento poiché le donazioni da estranei scontano sempre un’imposta dell’8% sul valore del bene. Solo quelle tra genitori, nonni o coniugi hanno una franchigia di un milione ed un’aliquota pari al 4% mentre quelle tra fratelli e sorelle hanno una franchigia di 100mila euro ed un’aliquota del 6%.

Destano sospetti anche i bonifici esteri. L’Agenzia delle Entrate in questi casi potrebbe avviare un’indagine coinvolgendo anche la Banca che, per ottemperare agli obblighi di antiriciclaggio, potrebbe chiedere spiegazioni. Se le risposte del cliente sono insufficienti la pratica è segnalata all’Agenzia delle Entrate ai fini dell’accertamento di evasione fiscale. Se il contribuente è un imprenditore o un professionista, i controlli bancari possono essere estesi anche al conto corrente del coniuge. Quando i passaggi di denaro tra marito e moglie sono intensi e periodici, oppure quando si tratta di cifre elevate, l’Agenzia delle Entrate supera la presunzione che si tratti di normali contributi di assistenza familiare e può sospettare un tentativo di evasione.

Attenzione poiché potrebbe succedere che, per una operazione poco trasparente, seppur lecita, l’Agenzia delle Entrate inserisca il nominativo della persona coinvolta nelle “liste selettive”, ossia l’elenco dei contribuenti a maggior rischio evasione. Ricordiamo che l’Agenzia delle Entrate può verificare la posizione del contribuente fino a cinque anni dopo la scadenza del termine per l’invio della dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta considerato.

Direttore responsabile
Buzzoni Umberto

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