il vaccino anti tumore può diventare realtà

Vaccino contro i tumori. Questa volta è stato testato con successo prima su animali e poi su alcuni pazienti in stadio di melanoma avanzato dagli scienziati dell’Università Johannes Gutenberg a Mainz in Germania. Si tratta di un vaccino che  già a basse dosi induce una fortissima risposta da parte del sistema immunitario contro il tumore.
Il vaccino è costituito da una molecola di Rna – intercambiabile a seconda del tumore da combattere – inserita all’interno di palline di grasso sintetico (i liposomi, usati in terapia da più di 20 anni) che iniettate per endovena raggiungono il reticolo endoteliale (ovvero milza, linfonodi e midollo osseo) dove vengono inglobate (fagocitate) da cellule immunitarie specifiche, chiamate cellule dendritiche. Queste traducono prontamente l’Rna in una proteina tumorale ” l’antigene tumorale”- che scatena la reazione immunitaria.
Gli esperti hanno testato il vaccino con successo su topi da laboratorio affetti da vari tipi di cancro. Successivamente hanno ripetuto i test sui primi tre pazienti, tutti con un melanoma in stadio avanzato.
Lo stesso tipo tumore, l’anno scorso, era stato già studiato dai ricercatori della Washington University di Saint Louis, in collaborazione con l’University of Oklahoma, i quali avevavo testato il primo vaccino personalizzato (cioè costruito in base alle specifiche mutazioni genetiche del tumore in ogni singolo paziente) su tre pazienti.
Michele Maio, direttore del reparto di Immunoterapia oncologica dell’Ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena e presidente di Nibit, Network italiano per la bioterapia dei tumori , afferma che da più di dieci anni i ricercatori cercano di potenziare i sistemi di difesa immunitaria contro il cancro con l’aiuto di un vaccino a base di Dna o di Rna. Questo studio è certamente un passo avanti, ma va chiarito che dire “universale” non significa che è stato identificato un vaccino, e quindi una proteina, che funziona su tutti i tipi di tumore, ma si riferisce alla metodica: poiché il contenuto a Rna può essere modificato a piacimento a seconda del tumore da combattere.
I vaccini a Rna sono un’evoluzione di quelli a Dna, ed entrambi rappresentano una potenziale strategia di cura anti-tumorale. Il primo è più “semplice” afferma Maio, in quanto in questo caso non si usano virus inattivati su cui caricare le sequenze di Dna che devono poi raggiungere le cellule del sistema immunitario e incorporarle. Il vantaggio dell’Rna invece, è che può essere trasportato da una capsula lipidica e una volta raggiunta la cellula bersaglio viene tradotta nella proteina specifica. Inoltre, da un punto di vista tecnico, si possono usare anche più Rna contemporaneamente, che vengono poi tradotte in proteine diverse a seconda del tipo di tumore.

 

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