È stata inaugurata venerdì 20 giugno, presso la galleria di Fotoforniture Sabatini nel quartiere Prati a Roma, la rassegna fotografica di Alessandro Cidda “Il Tempo ed il materiale. Il laboratorio di plastica e scultura a Cinecittà”, aperta al pubblico sino al 29 settembre 2012, ad ingresso libero.
Attraverso le immagini degli interni dei laboratori, l’esposizione propone la memoria dell’opera dei maestri artigiani impegnati nella costruzione delle scenografie e delle ambientazioni cinematografiche del passato ed il loro incontestabile contributo alla gloria tributata a film e a registi in ogni tempo, con un effetto tanto più dirompente quanto più attuale nella protesta dei lavoratori, che da settimane invocano l’attenzione delle istituzioni per la salvaguardia e tutela degli storici studi di via Tuscolana.
L’orgoglioso vanto del cinema nazionale ed internazionale, che proprio a Cinecittà hanno ambientato i set di famose pellicole, fonda infatti le sue radici nelle mani sapienti di abili artigiani meritevoli di avere tratto dal materiale di lavoro, – resina, gesso, legno -, quelle forme reali scaturite dalle idee dei registi, dai bozzetti degli scenografi, dalle sceneggiature degli autori, dalle interpretazioni degli attori.
Mutuando dai capannoni della famiglia De Angelis l’epigrafe “Apprezza il materiale e il tempo”, cui attinge il titolo della mostra, Cidda raccoglie il concreto e l’astratto in immagini nettamente prosaiche, dove l’ordine galleristico incontra la giustapposizione di calchi di statuaria classica, fregi istoriati, frammenti di gesso perduti, anfore, canopi, volti rigati d’Oriente ed acroliti silenziosi, chiamati a dimostrare, dinanzi al torso chino di un artigiano al banco di lavoro, la convivenza di sacro e profano, di sogno e realtà nell’unica categoria possibile: il Tempo.
Incuneati in traiettorie prospettiche, corpi ed oggetti accompagnano l’evocazione dell’irreale e la sua trasposizione scenica, complice il miracolo di mani sapienti e della macchina da presa: il sorriso d’una Madonna velata d’azzurro spegne il furore di Zeus nell’atto di scagliare il suo fulmine e quieta lo sguardo vittorioso di un David michelangiolesco, proprio sotto l’effige distratta di un pensoso imperatore Adriano.
Oltre gli scatti catturati dall’artista, la visita alla mostra è un’occasione per conoscere i risultati del lavoro manuale degli artigiani precedentemente all’ingresso dell’informatica nella realizzazione cinematografica e per ricordare le potenzialità di un settore fortemente minacciato da tagli all’occupazione e necessitante di importanti investimenti.