Buoni riscontri di pubblico ed espositori all’edizione 2012 del “Salone del Mobile di Milano”, che ha registrato una forte presenza di interessati nel capoluogo lombardo e una benaccolta iniezione di pronta liquidità per tutte le strutture alberghiere e ricettive del milanese e dell’hinterland.
In una congiuntura economica così difficile, il valore aggiunto del prodotto esposto al grande pubblico resta la scelta dei materiali e del design, tanto più esclusivi quanto più qualitativamente competitivi rispetto alle proposte straniere, immesse nel mercato italiano a seguito dell’adesione ai protocolli commerciali internazionali e dell’apertura al mercato cinese, fondato su una manodopera a basso costo e talvolta inosservante dei dettati legislativi normanti le condizioni di lavoro e le tutele sociali e previdenziali.
Inchieste giornalistiche e dati istituzionali, peraltro, hanno in più occasioni raccontato come la minaccia competitiva al settore manifatturiero nazionale del mobile e dell’arredo provenga proprio dalla dubbia qualità, oltre che dalle illegali modalità di produzione sotto il profilo dei diritti dei lavoratori, della assente contrattualizzazione e della sicurezza: ne è un esempio l’industria del divano che, compromessa dall’affidamento a terzisti orientali e dalla esternalizzazione oltre confine, soffre la rivendicazione del “made in Italy”.
Eppure l’abilità manifatturiera resta un grande patrimonio nazionale, ben noto all’estero: per queste ragioni, la qualità del prodotto resta la condizione prelusiva alla vendita, tanto per la funzionalità e durata quanto per la sicurezza dell’acquirente.
Da uno studio dell’ISTAT, infatti, emerge che in Italia si verificano annualmente incidenti ai danni di circa 2,9 milioni di persone, per traumi all’interno delle mura domestiche, soprattutto in cucina ed a carico delle donne (fonte ADUC), per scarse qualità e sicurezza degli arredi.
A livello nazionale, operano a riguardo la normativa europea sulla sicurezza del prodotto e sulla sua qualità, attestata, – quest’ultima – , dalla dichiarazione “conforme alle norme UNI EN 14749/2005”; nonché, più recentemente, l’ICILA, Istituto per la Certificazione delle Imprese di Legno e Arredamento, che vigila sui sistemi di gestione aziendale.