Fatturazione a 28 giorni: come richiede il rimborso da Tim.

Dal 2017, Tim e alcune delle maggiori aziende telefoniche italiane hanno cambiato le loro modalità di fatturazione, passando da tariffe mensili a bollette ogni 28 giorni. In questo modo, i gestori telefonici sono stati in grado di guadagnare da due a tre giorni al mese agli utenti, portando così a un aumento delle mensilità da dodici a tredici. A seguito di numerosi reclami da parte delle associazioni di consumatori e dell’intervento dell’Antitrust, l’Agcom ha obbligato Tim e altre compagnie telefoniche, con delibera n. 269/18/CONS a eliminare questa modalità di fatturazione, tornare alla fatturazione mensile e rimborsare automaticamente le somme in eccesso per gli utenti nel periodo in cui è stata applicata la fatturazione illegittima. Ci si troverà in una varietà di situazioni a seconda della posizione debitoria residua della società. Nel caso in cui non ci siano morosità o il debito residuo sia inferiore al rimborso, c’è la possibilità di ottenere un accredito sul proprio conto o su un altro contratto attivo con TIM. Finora, solo l’8% dei clienti coinvolti è stato rimborsato da questa società, escludendo i oltre 5 milioni di clienti che avevano utilizzato il diritto di recesso. Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Cassazione ha messo fine alla questione, dando torto a Tim e obbligandola anche a rimborsi i clienti che avevano utilizzato il loro diritto di recesso e che avevano cambiato compagnia. Per rimborsare 5.425.978 utenti, che rappresentano circa il 58% dei clienti coinvolti, Tim dovrà quindi sborsare più di 160 milioni di euro. Se non sii riceve un rimborso da da Tim, si dovrà richiederlo da solo.

Direttore Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

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