La legge antisuicidi ( n.3 del 2012)

C’è una legge in Italia, la n.3 del 2012 che si chiama legge antisuicidi. E’ una legge che riguarda gli individui che si trovano in una  situazione di sovraindebitamento, ossia quando il rapporto tra il loro patrimonio e i loro debito è cosi squilibrato che porta ad una definitiva incapacità di rispettare le obbligazioni assunte. Tale difficolta non deve essere temporanea ma definitiva. Il risultato dell’applicazione di questa legge è il cosiddetto esdebitamento ossia la cancellazione di tutti i debiti residui. A questa norma possono accedere sia i consumatori che non svolgono attività d’impresa ma anche gli imprenditori. In questo ultimo caso si devono verificare tre circostanze ben definite: La prima è che negli ultimi tre esercizi antecedenti il deposito dell’istanza non ci devono essere stati ricavi lordi superiori a 200.000 € all’anno, non ci deve essere stato un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo superiore a 300.000 €, i debiti devono essere inferiori ai 500.000 €. Può presentare l’istanza anche l’erede dell’imprenditore defunto.

I parenti entro il quarto grado e gli affini entro il secondo, le parti dell’unione civile e i conviventi di fatto possono accedere al cosiddetto esdebitamento familiare introdotto dal decreto ristori (D.L. n. 137 del 2020). L’importante è che il debito abbia un origine comune, provenga dalla stessa fattispecie insomma. Per avviare la pratica il debitore deve rivolgersi ad un Occ ossia organo di composizione di crisi che a sua volta si rivolge ad un gestore della crisi che elabora, redige e presenta il piano dettagliato ai soggetti coinvolti. Il debitore però deve anche essere meritevole di aiuto cioè non deve aver agito con colpa grave, malafede o frode. Con il decreto ristori il giudizio di meritevolezza è stato reso meno severo ed ora basta che il debito si sia generato per eventi non prevedibili, scioccanti ed estrinseci.

Direttore Responsabile Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

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