Privacy: stop del Garante ai comuni. Via i dati sulla salute dei cittadini dai siti web

saluteFonte: Repubblica.it

Sì alla trasparenza on line nella Pubblica amministrazione, ma rispettando la dignità delle persone. Sui siti dei Comuni non possono quindi essere pubblicati atti e documenti contenenti dati sullo stato di salute dei cittadini. In base a questo principio, il Garante per la privacy ha fatto oscurare dai siti web di dieci Comuni italiani, di piccola e media grandezza, i dati personali contenuti in alcune ordinanze con le quali i sindaci disponevano il trattamento sanitario obbligatorio per determinati cittadini. E nuovi provvedimenti sono in arrivo per altri Comuni.

Nelle ordinanze, con le quali i sindaci disponevano il ricovero immediato di diversi cittadini, erano infatti indicati “in chiaro” non solo i dati anagrafici (nome, cognome, luogo e data di nascita) e la residenza, ma anche la patologia della quale soffriva la persona (ad es. “infermo mentale”), o altri dettagli ritenuti lesivi del diritto alla dignità ed alla riservatezza, quali ad esempio l’indicazione di “persona affetta da manifestazioni di ripetuti tentativi di suicidio”.

Il trattamento dei dati effettuato dai Comuni è risultato, dunque, illecito. Nella nota che annuncia i provvedimenti di censura, l’Autorità ricorda che le disposizioni del Codice della privacy, richiamate anche dalle linee guida sulla trasparenza on line della P.A., vietano espressamente la diffusione di dati idonei a rivelare lo stato di salute delle persone. Le ordinanze, per giunta, oltre ad essere visibili e liberamente consultabili sui siti istituzionali dei Comuni, attraverso link che rimandavano all’archivio degli atti dell’ente, erano nella maggioranza dei casi facilmente reperibili anche sui più usati motori di ricerca, come Google: bastava digitare il nome e cognome delle persone.

Nel disporre il divieto di ulteriore diffusione dei dati, l’Autorità per la privacy ha prescritto alle amministrazioni comunali non solo di oscurare dal proprio sito i dati personali presenti nei provvedimenti, ma anche di attivarsi presso i responsabili dei principali motori di ricerca per fare in modo che vengano rimosse dagli indici e dalla cache le copie web delle ordinanze e di tutti gli altri atti relativi a ricoveri per trattamento sanitario obbligatorio.

I Comuni, inoltre, per il futuro dovranno far sì che la pubblicazione di atti e documenti in internet avvenga nel rispetto della normativa privacy e delle Linee guida in materia di trasparenza on line della P.A. “La sacrosanta esigenza di trasparenza della Pubblica amministrazione – ha commentato Antonello Soro, presidente dell’Autorità – non può trasformarsi in una grave lesione per la dignità dei cittadini interessati. Prima di mettere on line sui propri siti dati delicatissimi come quelli sulla salute, le pubbliche amministrazioni, a partire da quelle più vicine ai cittadini, come i Comuni, devono riflettere e domandarsi se stanno rispettando le norme poste a tutela della privacy. E devono evitare sempre di recare ingiustificato pregiudizio ai cittadini che amministrano. Oltretutto – aggiunge Soro – , errori gravi e scarsa attenzione alle norme comportano come conseguenza che il Garante debba poi applicare pesanti sanzioni”. L’Autorità procederà, infatti, ad avviare nei confronti dei Comuni interessati le previste procedure sanzionatorie per trattamento illecito di dati personali.