PROTESI METALLO SU METALLO PERICOLOSE. IL CODACONS DENUNCIA: GIA’ DAL 2001 LE AUTORITA’ ITALIANE ERANO AL CORRENTE DEI RISCHI MA NESSUNO HA FATTO NULLA

da Codacons

L’ASSOCIAZIONE DENUNCIA IL MINISTERO DELLA SALUTE E AVVIA AZIONI RISARCITORIE IN FAVORE DEI CITTADINI
INDAGARE ANCHE SU RAPPORTI TRA MEDICI E AZIENDE PRODUTTRICI
INTANTO 180 DONNE CON LE PROTESI PIP CHIEDONO 1.800.000 EURO DI RISARCIMENTO CON IL CODACONS E IL DIRITTO A RIFARE IMPIANTO A CARICO DEL SSN

La pericolosità delle protesi metallo su metallo era già nota alle autorità sanitarie italiane a partire dall’anno 2001, ma solo di recente nel nostro paese sono stati adottati provvedimenti a tutela della salute dei cittadini. Lo denuncia oggi il Codacons, che a conferma di tale circostanza riporta un articolo pubblicato nel 2001 su una importante rivista scientifica italiana di ortopedia, che dimostra chiaramente i rischi connessi a tali impianti. Altri paesi come la Francia – ricorda il Codacons – già a partire dagli anni ’90 adottarono provvedimenti relativi alle protesi metallo su metallo, come forma di tutela dei propri cittadini, mentre da noi nessuno si è mosso. Ecco cosa dice l’articolo in questione:

Da una revisione della letteratura, oltre a possibili reazioni allergiche, è emerso il problema della tossicità locale e sistemica in presenza di detriti metallici liberati dai materiali protesici. Ben documentate in letteratura sono le dermatosi su base allergica dopo impianto di materiali metallici: orticarie ed eczemi sistemici o locali 1. Gli ioni metallo vengono rimossi dal sistema linfatico e possono depositarsi nei linfonodi 2-5 oppure possono essere immessi nel torrente ematico come dimostrano gli alti livelli sierici riscontrati in pazienti protesizzati ed il conseguente loro accumulo in organi quali fegato, milza e cuore. Si sono osservate neuropatie legate ad elevati livelli sierici di alcuni metalli, in particolare dell’alluminio 6. Parrebbe esservi la possibilità di comparsa di neoplasie locali, ad esempio sarcomi, e sistemiche, linfomi e leucemie 7-9.
Conclusioni del caso clinico: Nello specifico, riguardo al caso esaminato, gli ioni Cr e Co sono in grado di indurre fenomeni di immunizzazione. Il Cr con il Ni pare avere un’azione citotossica nei confronti di fibroblasti e linfociti. Per quanto concerne il Cr è nota la sua azione nefrotossica, cardiotossica del Co”.

L’associazione, che già difende 180 donne coinvolte nello scandalo delle protesi PIP (le quali hanno chiesto un indennizzo pari a 1.800.000 euro oltre alla possibilità di rifare l’impianto a carico del SSN) ha deciso di presentare un esposto contro il Ministero della Salute alla Procura della Repubblica di Torino, allo scopo di verificare quali provvedimenti abbiano adottato le autorità sanitarie italiane per evitare rischi ai pazienti sottoposti ad impianto di protesi metallo su metallo e se vi siano state omissioni nei controlli, valutando la possibilità di indagare i funzionari ministeriali in caria del 2001 per reati quali lesioni gravi. Non solo. Il Codacons chiede al Procuratore Raffaele Guariniello di fare luce anche su un altro aspetto: i rapporti tra medici, strutture ospedaliere, intermediari e aziende produttrici di protesi, per verificare quali siano i criteri seguiti nella scelta di un produttore piuttosto che un altro. “Tutti i cittadini che hanno subito impianti di protesi pericolosi, dalle Pip a quelle metallo su metallo, possono ottenere un risarcimento anche in assenza di danni fisici, considerati i rischi per la salute corsi e la paura subita – spiega il Presidente Carlo Rienzi – Il Codacons avvierà infatti una serie di azioni risarcitorie contro le aziende coinvolte e contro i responsabili dei mancati controlli, alle quali è possibile aderire seguendo le istruzioni che saranno a breve pubblicate sul sito www.codacons.it e sul blog www.carlorienzi.it”.