DA ROMA A BOSTON: EMANUELA ORLANDI, MIRELLA GREGORI E LA PISTA DEI PRETI PEDOFILI

di Grazia De Marco

Il problema della pedofilia all’interno della Chiesa Cattolica americana guadagna per la prima volta le cronache dei giornali nel Gennaio2002, a causa di un’inchiesta avviata dal quotidiano “The Boston Globe” sul caso di John  J. Geoghan, inizialmente accusato di aver molestato un bambino di 10 anni in una piscina e, successivamente, di aver abusato di 130 bambini in 30 anni.

Geoghan, condannato all’epoca dei fatti a 10 anni di carcere, non fece in tempo a scontare interamente la pena perché strangolato nel carcere Souza Boranowski di Shirley, nel Massachuttes, dal suo compagno di cella Joseph L. Druce.

Da quel momento il fenomeno divenne sempre più ampio, tanto che nella sola Boston finirono sotto accusa 89 sacerdoti e 55 preti, i quali furono rimossi dall’incarico.

Il caso più eclatante riguardò, tuttavia, l’allora Arcivescovo di Boston Bernard Law (foto), che fu costretto a dimettersi proprio nel 2002, perché accusato di aver taciuto sui fatti riguardanti le numerosissime oscenità commesse dai preti, ai quali, in questo modo, aveva indirettamente permesso di continuare ad esercitare la loro opera nelle parrocchie dove, ovviamente, i fedeli non erano a conoscenza delle denunce che pendevano sugli stessi. L’anno successivo il Cardinale Seàn P. O’ Malley sostituì proprio il cardinale Bernard Law a capo dell’Arcidiocesi di Boston, ottenendo grandi meriti nella soluzione del caso e ripristinando la fede in quella chiesa ormai segnata da troppe vergogne. Il Cardinale O’ Malley, infatti, prima mise in atto una serie di procedure destinate a prevenire gli abusi sessuali, poi aiutò le vittime a guarire e, infine, fece pubblicare una lista di 132 sacerdoti accusati di abusi sessuali su bambini. Di questi: 29 subirono un processo canonico a seguito del quale furono licenziati dallo Stato clericale ed assegnati ad una vita di preghiera e penitenza, 24 cercarono la laicizzazione, 21 sono tuttora in attesa del completamento del processo canonico a loro carico, 4 sono già stati laicizzati al momento dell’accusa e 57 sono quelli deceduti, ma che l’Arcidiocesi ha comunque deciso di elencare nell’interesse della trasparenza. Di questo scandalo si è parlato molto poco fino ai primi giorni del giugno di quest’anno, quando i media hanno diffuso l’ipotesi di una pista che legherebbe i preti pedofili americani al caso di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Per capire meglio cosa collega questi due avvenimenti sarebbe meglio ritornare indietro di qualche anno e, più precisamente, al giorno del rapimento delle ragazze: il 7 maggio1983 per Mirella Gregori e il 22 giugno dello stesso anno per Emanuela Orlandi. I primi contatti con i rapitori risalgono al 5 luglio successivo, quando una telefonata dell“Amerikano” propose la liberazione della Orlandi in cambio della scarcerazione dell’attentatore del papa Ali Agca. Successivamente ci fu un’altra telefonata con un nuovo ultimatum e dopo solo silenzio, fino al 4 di settembre 1983, quando una lettera contenente inedite rivelazioni, sempre dell’ “Amerikano”, venne ritrovata in un furgone della Rai, insieme ad una fotocopia di uno spartito di musica.

Dopo qualche giorno, il 12 settembre, arriva una telefonata al bar dei genitori di Mirella Gregori ed una voce descrive l’abbigliamento, compresa biancheria intima, che indossava la ragazza al momento della scomparsa. Il 27 di Settembre Richard Roth, corrispondente da Roma della Cbs, riceve una lettera (scritta dalla stessa mano che aveva vergato quella del 4), in cui si annuncia la morte della “ragazza con la fascetta”. Da dove è stata scritta questa lettera?  Proprio da Boston, più precisamente dal distretto postale di Kenmore Station.  Successivamente, dopo lo scandalo del 2002 e il relativo processo, emergerà proprio un contatto tra il Cardinale Law ela NAMBLA(North American Man Boy Lover Association), un’associazione di pedofilia famosa per non essersi mai opposta ai rapporti sessuali tra uomini adulti e minori di sesso maschile, la quale aveva come recapito, ancora una volta, la casella postale di Kenmore Station.  Sia il timbro postale che l’indirizzo di fermo posta furono poi ritrovati tra le decine di faldoni dell’inchiesta sulla scomparsa delle due ragazze romane, aperta 29 anni fa pressola Procuradella Capitale. Non sappiamo se questa volta finalmente riusciremo a sapere la verità su queste due ragazze, probabilmente no, ma lo scandalo dei preti di Boston rimarrà per sempre nella storia oltre che per la sua gravità, anche per la sua estensione.