Denaro contante e nuove norme. Scheda pratica dell’Aduc

da Aduc – di Rita Sabelli

Tra le varie riforme del Governo Monti c’e’ la cosiddetta “stretta sui contanti”, una normativa che ha modificato il tetto oltre il quale e’ vietato utilizzare i contanti nei pagamenti tra un soggetto e l’altro, con obiettivo di combattere “il nero” e il riciclaggio del denaro sporco.
Sul punto si e’ detto molto e non sempre correttamente, tanto che per molti l’esatta portata della modifica non e’ assolutamente chiara.
Nelle prime fasi, soprattutto, le interpretazioni scorrette erano diffuse, anche agli sportelli bancari. Alcune persone si sono viste ostacolare, se non rifiutare, prelievi di somme superiori a 1.000 euro, con richiesta talvolta di fornire giustificativi per iscritto.
E’ bene quindi fare chiarezza sulla portata del provvedimento e sui suoi programmati sviluppi futuri.

 

Ecco i capitoli della scheda pratica:
LA NUOVA SOGLIA DI 1.000 EURO: cosa cambia per pagamenti
Pagamenti in contante
Pagamenti con assegno
Pagamenti con libretti al portatore
Conseguenze in caso di violazione
LA NUOVA SOGLIA DI 1.000 EURO, cosa cambia per stipendi e pensioni
Il conto corrente-base
LA NUOVA SOGLIA DI 1.000 EURO e i prelievi allo sportello
RIFERIMENTI NORMATIVI E LINK UTILI

Qui la scheda completa

Nuovo redditometro e controlli di massa. Ecco le 8 armi contro l’evasione fiscale

di ROBERTO PETRINI
fonte:repubblica.it

Otto bazooka da schierare in campo nella campagna di primavera contro gli evasori fiscali. Attilio Befera, direttore generale della Agenzia delle entrate, il braccio operativo dello Stato nella lotta all’evasione, ha varcato ieri 1le soglie del Parlamento per spiegare alla Commissione Finanze della Camera le proprie strategie.
Nel proprio arsenale c’è un redditometro potenziato, la nuova mega-banca dati dei movimenti bancari, il tutoraggio per chi ha più di 100 milioni di fatturato, l’accertamento esecutivo di Equitalia, la richiesta di 1.440 assunzioni di 007 fiscali, lo spesometro che traccia chi spende più di 3.600 euro, la limitazione dell’uso del contante a 1.000 euro.

E un piano per continuare la politica dei blitz contro il far west dello scontrino fiscale e i nemici delle tasse. Nel carniere già risultati positivi: lo scorso anno sono stati recuperati 11,5 miliardi con 2 milioni di controlli.

Il redditometro
Usate cento voci di spese per ricostruire l’imponibile

Entro giugno scatta il nuovo redditometro, ovvero il meccanismo messo a punto dall’Agenzia delle Entrate per confrontare i redditi dichiarati dai contribuenti con l’effettivo tenore di vita misurato attraverso le spese sostenute. Dopo una analisi, che ha raggiunto 22 milioni di famiglie e 50 milioni di soggetti, divisi in undici tipologie, è stato messo a punto un meccanismo che si impernia su 100 voci di spesa. Le voci sono state suddivise in 7 macrocategorie: casa, mezzi di trasporto, assicurazioni, istruzione, attività ricreative, investimenti ed altre spese. In pratica tra le operazioni sotto controllo vengono inserite il possesso di barche, auto di grossa cilindrata, cavalli da corsa, ma anche viaggi di un certo livello e visite ai centri spa; segnalazioni anche per chi manda i figli alla scuola privata o fa una assicurazione sulla vita. Ogni consumo ha un peso ponderato statisticamente che, attraverso un algoritmo, si trasforma in reddito presunto. Chi mostrerà una differenza di almeno il 10 per cento tra il reddito dichiarato e quello effettivo sarà sottoposto all’accertamento fiscale.

La banca dati
Nel cervellone di Serpico 40 milioni di depositi

Lo chiamano, con felici espressioni, Serpico o Grande Fratello. E’ il bazooka impugnato dal direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera. A costruirlo è stato il decreto “Salva-Italia” confezionato dal premier Mario Monti. La norma è rivoluzionaria perché dispone che banche, operatori finanziari e assicurazioni, debbano riversare nei computer dell’Anagrafe tributaria, oltre ai dati identificativi del rapporto, anche i saldi e i movimenti, con l’evidenza del dare e dell’avere. Si tratta di 400 milioni di dati che fanno capo a 40 milioni conti correnti. Fino ad oggi se l’Agenzia voleva conoscere le coordinate bancarie di un sospetto evasore doveva interpellare l’intero sistema bancario e, una volta conosciuti i rapporti, chiedere i movimenti. Dalle prossime settimana – Befera ieri ha annunciato che il provvedimento applicativo è imminente – i dati cominceranno ad affluire alla Sogei, la società che gestisce il cervellone e i funzionari dell’Agenzia con un click potranno far scattare i controlli.

Ipoteche e pignoramenti
Equitalia sempre più in trincea con l’accertamento esecutivo

L’accertamento esecutivo entra a regime. E’ entrato in vigore dal primo ottobre scorso, ma da quest’anno i controlli del fisco si concentreranno sulle dichiarazioni dei redditi del 2007-2008. L’accertamento esecutivo, affidato ad Equitalia, è un istituto che serve per incassare le imposte non dichiarate (dall’Iva, all’Irpef all’Irap). L’atto di contestazione, inviato dal fisco, diventa esecutivo dopo 30 giorni ed entro i successivi 30 giorni viene affidato ad Equitalia. A questo punto per 180 giorni Equitalia non può procedere all’esecuzione forzata (pignoramenti ed espropriazioni), ma può far scattare ipoteche e fermi amministrativi. E non è poco. Befera ieri ha ricordato che ci sono stati oltre 250 atti intimidatori contro Equitalia, di cui 70 a gennaio e ha denunciato l’effetto avuto sui dipendenti: “demotivazione e paura” con riflessi anche sui “risultati”.

Il tutoraggio
Un angelo custode nelle imprese con giri d’affari oltre 100 milioni

Per i grandi contribuenti scatta il tutoraggio. Per tutti coloro che hanno un volume di affari superiore a 100 milioni, l’Agenzia delle entrate, attraverso le sue sedi regionali, diventerà una sorta di “angelo custode”. L’obiettivo dell’Agenzia è quello di intensificare il numero dei “grandi contribuenti” sotto stretto controllo incrociato: passeranno dai 2.000 del 2011 ai 3.100 del 2012. Si lavora dunque per instaurare con i “grandi contribuenti”, che rappresentano un segmento strategico nell’economia nazionale, un rapporto di mutua collaborazione per favorirne l’adempimento spontaneo. Il controllo – si spiega – assume la natura di “servizio” a beneficio della collettività e, soprattutto, della platea di quei “grandi contribuenti” che si attengono alle norme e per i quali l’evasione o l’elusione perpetrata dai propri concorrenti rappresenta, in ultima analisi, una forma di concorrenza sleale.

La tracciabilità
La stretta sul contante è già legge. Obiettivo: stop agli scambi in nero

Tracciabilità, la più formidabile delle armi in mano all’Agenzia delle Entrate. Dal 6 dicembre scorso, nelle operazioni tra privati e nelle transazioni tra consumatori e imprese, non può essere utilizzato denaro contante se i pagamenti sono superiori o pari ai mille euro. La stessa limitazione si applica agli assegni, bancari o circolari, privi della clausola di non trasferibilità e senza indicazione del beneficiario. Entro il prossimo 31 marzo i libretti di deposito bancari, postali o al portatore, con saldo superiore a mille euro, devono essere estinti definitivamente o il loro saldo dovrà essere ridotto sotto i mille euro. Un meccanismo messo in opera per contrastare la circolazione di denaro in nero, frutto dell’economia sommersa, di attività criminali e dell’evasione fiscale.

 I blitz
Scontrini e ricevute ai raggi x: la campagna stile-Cortina prosegue

La campagna dei blitz non si arresta. Dopo quello di Capodanno a Cortina e quello della Movida milanese, si annunciano nuove e clamorose azioni dell’Agenzia delle entrate. Il metodo è semplice ed efficace e si affianca alle sofisticate azioni a base di statistiche e computer. Il funzionario dell’Agenzia si affianca alla cassiera dell’esercizio e le fa compagnia per l’intera giornata. Se il numero di scontrini risulta superiore a quello di una analoga giornata della settimana precedente, vuol dire che qualcosa non va. Così è stato nel week- end milanese quando è emerso un numero di scontrini del 44 per cento superiore a quello del sabato precedente. “Facciamo blitz separati con la Guardia di Finanza per aumentare la deterrenza”, ha detto ieri il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera durante una audizione in Parlamento.

 Gli 007
Deroga al blocco del turn over per assumere 1.440 ispettori in più

Più 007 per fare maggiori controlli. Per questo l’Agenzia delle entrate punta ad assumere 1.440 funzionari in più per portare avanti la lotta agli evasori fiscali. Nel 2011 sono stati fatti oltre due milioni di controlli, tra i quali, oltre 700 mila su imposte indirette, 1 milione sulle dichiarazioni dei redditi e 300 mila su materia di registro. Circa 11.500 controlli si sono avvalsi di indagini finanziarie. In tutto sono stati recuperati 11,5 miliardi. Per quest’anno, visti i nuovi strumenti a disposizione si attende una performance maggiore. “Il recupero dell’evasione è stato rafforzato rispetto agli anni precedenti facendo registrare un trend nettamente positivo”, ha detto Befera. Una attività imponente che necessita di un potenziamento anche delle risorse umane: Befera punta ad una deroga del blocco del turn over per dotare l’Agenzia di 1.440 assunzioni nei prossimi tre anni.

Lo spesometro
Il codice fiscale al rivenditore per acquisti sopra i 3600 euro

Scatta e va a regime lo spesometro (da non confondersi con il redditometro). Al fine di monitorare meglio l’evasione fiscale e le entrate dei cittadini, per ogni acquisto superiore a 3.600 euro, sarà obbligatorio fornire al venditore il proprio codice fiscale che a sua volta lo trasmetterà in via telematica all’Agenzia delle Entrate. Un controllo profondo, con lo scopo di verificare gli acquisti dei contribuenti confrontandoli con il loro reddito. I dati acquisiti confluiranno in un’apposita banca dati e, tramite incroci con le altre informazioni contenute nell’Anagrafe tributaria, consentiranno un’analisi del rischio finalizzata alla selezione dei soggetti da sottoporre a controllo fiscale. In particolare per le persone fisiche non titolari di partita Iva gli elementi acquisiti saranno posti a confronto, insieme agli altri elementi di maggiore capacità contributiva, con i redditi dichiarati.

EQUITALIA DEVE PRODURRE I DOCUMENTI IN ORIGINALE

di Avvocato Matteo Sances – da http://consumatori.myblog.it

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I documenti prodotti in copia dall’Agenzia delle Entrate e/o dal Concessionario della riscossione nel corso del processo valgono come prova salvo che il contribuente non ne contesti la conformità all’originale, ai sensi dell’art. 2712 del codice Civile.

 In tal caso, l’Ufficio delle Entrate o il Concessionario sono tenuti a produrre in giudizio i documenti in originale se vogliono adempiere all’onere della prova.

Ciò è quanto emerge da una scarna quanto importante sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Milano (Sent. CTP di Milano n.306/23/11, liberamente visibile su www.studiolegalesances.it – Sez. Documenti), secondo la quale “la documentazione prodotta dal Concessionario si rivela, altresì, inutilizzabile poiché consistente in fotocopie di cui il ricorrente ha contestato l’autenticità ex art. 2712 cc”.

 In pratica, nel corso di un’opposizione ad ipoteca iscritta dal Concessionario della riscossione, il contribuente contestava la mancata notifica delle cartelle e dunque il debito tributario per il quale si stava procedendo.

 Il Concessionario, quindi, nel corso del processo produceva alcune relate di notifica delle cartelle che risultavano in parte illeggibili poiché prodotte in fotocopia.

 Il contribuente allora, in aderenza al dettato dell’art. 2712 del codice Civile (il quale sostanzialmente prevede che le riproduzioni fotografiche formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose medesime) ne disconosceva la conformità all’originale.

La mancata produzione della documentazione in originale da parte del Concessionario, dunque, ha comportato il mancato assolvimento dell’onere della prova e la conseguente dichiarazione della Commissione Tributaria di illegittimità dell’ipoteca.

Tale sentenza, d’altronde, si pone in perfetta sintonia con quanto stabilito dalla Suprema Corte, la quale anche recentemente ha chiarito che la documentazione in fotocopia ha valore ed efficacia di prova “salvo che la sua conformità all’originale non venga contestata dalla parte contro cui è prodotta” (ordinanza della Corte di Cassazione n.8027 del 7 aprile 2011).