Unicef: In Italia povertà per il 17% dei bambini

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Anche il viaggiatore occasionale in Paesi come Finlandia, Norvegia e Svezia raccoglie l’impressione che lì i bambini – e le loro famiglie – se la passino meglio che in Italia. Oggi arriva a confermarlo – impietoso verso il Belpaese – lo studio Unicef sul benessere dei bambini nei paesi ricchi: se il Nord Europa è ai primi posti, l’Italia e 23esima (su 29 Paesi esaminati), alle spalle di Spagna, Ungheria e Polonia..

Il 17% dei bambini in Italia vive sotto la soglia di povertà. La percentuale significa che 1 milione e 750mila minori non raggiungono il livello minimo di benessere materiale. «Una situazione preoccupante – per il presidente dell’Unicef Italia Giacomo Guerrera -: nella classifica complessiva costruita sulla media di cinque diverse aree di indagine, l’Italia occupa il 22esimo posto. Nello specifico, l’Italia è al 23° posto nell’area del benessere materiale, al 17° nella salute e sicurezza, al 25° nell’istruzione e al 21° per quanto riguarda le condizioni abitative e ambientali». L’Italia è in compagnia – nella parte bassa della classifica – di Grecia, Portogallo e Spagna.

I dati della Report Card 11 mostrano i risultati di 29 economie avanzate, raccolti negli anni dal 2000 in poi, valutando il benessere materiale secondo indicatori che riguardano salute e sicurezza, istruzione, comportamenti e rischi, condizioni abitative e ambientali. Negativo per l’Italia anche il tasso Neet (Not in education, employment or training), il più alto di tutti i Paesi industrializzati, dopo la Spagna, con l’11% dei giovani che non sono iscritti a scuola, non lavorano e non frequentano corsi di formazione. Altri dati negativi, il tasso più basso tra i Paesi industrializzati di bambini che svolgono quotidianamente esercizio fisico, il tasso di fumo tra gli adolescenti e l’esposizione a uno dei livelli più alti di inquinamento atmosferico tra tutti i Paesi industrializzati (26esimo posto). Fra i dati positivi il bullismo che si è ridotto del 60% dall’inizio degli anni 2000 (tanto che il nostro è il Paese industrializzato che registra il tasso più basso di bambini che hanno subito atti di bullismo, 11%).

Altra musica nei Paesi del Nord Europa: I Paesi Bassi con Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia ai primi posti nella classifica sul benessere dei bambini. La Finlandia è l’unico paese con un tasso di povertà infantile relativa inferiore al 5% e guida la classifica con un margine chiaro di oltre due punti percentuali. Tra l’altro nel rapporto si evidenzia come non ci sia una stretta corrispondenza tra Pil pro capite e benessere generale del bambino. Per esempio, la Slovenia ha una posizione migliore del Canada, la Repubblica Ceca dell’Austria e il Portogallo degli Stati Uniti.

Mozzarella blu: nuovo caso a Milano

di Antonella Giordano

E’ di nuovo allarme mozzarella blu: nella mensa di una scuola di Milano è stata trovata una mozzarella con una macchia blu e la cosa ha destato subito preoccupazione tra i genitori dei bambini. In poche ore si sono rincorse voci di bambini che hanno accusato attacchi di dissenteria dopo aver mangiato le mozzarelle della mensa. Ma com’è andata realmente? Lo abbiamo chiesto a Milano Ristorazione, la società che gestisce le mense scolastiche per le scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di primo grado e i nidi del Comune di Milano.

Si tratta di un caso di entità minima perché stiamo parlando di una mozzarella che ha presentato una macchiolina blu, sulle 83.300 che abbiamo consegnato quel giorno (2500 kg di mozzarelle). A prima vista sembra sia Pseudomonas fluorescens, un batterio non patogeno, quindi non pericoloso per l’uomo. Comunque il campione è stato inviato all’Istituto Zooprofilattico di Milano e aspettiamo i risultati delle analisi. Abbiamo rassicurato le commissioni mense e i genitori perché è tutto sotto controllo e bisogna stare tranquilli. In questi casi si sa come succede: la mozzarella è una, una signora dice che son 5, poi diventano 10 e si crea allarmismo”.

Da dove arrivano le mozzarelle?Si tratta di mozzarelle di latte italiano, di filiera corta, che arrivano da un fornitore di Torino”. Intanto dall’Istituto Zooprofilattico confermano di aver ricevuto il campione incriminato, ma non aggiungono altro prima delle dovute analisi.