Instagram verso design in bianco e nero

Instagram verso un design più minimalista: l’applicazione per la condivisione di foto e video di proprietà di Facebook dal 2012 sta testando una nuova versione della sua applicazione per iPhone e smartphone Android con uno stile quasi “in bianco e nero“. Alcuni utenti, come riportato dal sito Mashable, stanno segnalando il nuovo look dell’applicazione, le cui icone avrebbero un aspetto più snello, lineare e poco colorato.

A cambiare sono ad esempio l’icona della fotocamera, che da un quadrato con cerchio all’interno diventa una vera e propria macchina fotografica e le notifiche che sono rappresentate da un cuore più stilizzato. L’uso degli spazi bianchi aumenta. “Spesso proviamo nuove esperienze su una piccola percentuale della comunità globale”, ha spiegato un portavoce a Mashable, “questo è soltanto un test di design“. Dunque i cambiamenti per ora non si traducono in nessun annuncio ufficiale. L’applicazione ha 400 milioni di utenti attivi al mese.

fonte ansa.it

Come cambierà WhatsApp: in arrivo segreteria telefonica e videochiamate

LASCIATE un messaggio”, presto anche su WhatsApp. Il classico input delle segreterie telefoniche forse è in arrivo anche per il servizio di messaggistica istantaneo. Stando alle alcune indiscrezioni sulla versione iOS, infatti, la novità potrebbe arrivare con il prossimo upgrade, insieme ad altre due funzioni con le quali WhatsApp cerca di mettere il turbo.

La Voice Mail scatterà in automatico, permettendo di registrare un messaggio in caso di chiamata persa. Così come sarà possibile richiamare rapidamente un contatto dopo una chiamata persa (Call Back), senza entrare direttamente sull’app. A suffragare l’arrivo di queste funzioni, che ancora non trovano riscontro da parte delle fonti ufficiali, la presenza dei pulsanti “Record Voice Mail” e “Send Voice Mail” rintracciati nei file di traduzione del codice dell’applicazione per iOS.

Dopo la chat criptata a favore della privacy, sono quindi attese altre novità che interesseranno probabilmente la gestione di file e l’utilizzo delle videochiamate. Gli sviluppatori starebbero infatti lavorando su invio e ricezione dei file compressi, così da dare la possibilità agli utenti di condividere più documenti in una cartella (Zip), senza occupare troppo spazio e sprecare Mb di traffico dati. Tra i formati di documenti supportati ci saranno Pdf, DocX e Docs. Sul fronte videochiamate è probabile che WhatsApp rincorra Skype con l’intenzione di mettere in condizione i suoi utenti – ormai oltre un miliardo – di effettuare videochiamate di gruppo.

fonte repubblica.it

WhatsApp rafforza la sicurezza e la privacy: tutti i messaggi ora saranno criptati

WhatsApp aumenta le misure per la tutela della privacy degli utenti. L’app di messaggistica, controllata da Facebook, ha rafforzato il sistema di criptazione dei messaggi, in modo che solo chi lo invia e lo riceve possa vedere i contenuti. Come si legge in una nota sul blog del gruppo, WhatsApp era al lavoro dalla fine del 2014 per fare in modo che il criptaggio funzionasse su varie piattaforme di telefinia mobile e per i diversi tipi di messaggio, ora, come ha fatto sapere la societa’, il sistema e’ disponibile per tutti gli utenti dell’app, circa un miliardo in tutto il mondo.

La decisione di WhatsApp arriva in un momento molto delicato, in cui la dicotomia tra tutela della privacy degli utenti e sicurezza nazionale e’ stata portata agli onori delle cronache dal braccio di ferro tra Apple e l’Fbi sulla necessita’ di sbloccare l’iPhone del killer di San Bernardino (la Giustizia americana aveva chiesto a Apple di sbloccarlo, ma questa si e’ rifiutata, e alla fine l’Fbi e’ riuscito a sbloccarlo senza l’aiuto di Cupertino). “Riconosciamo l’importante lavoro fatto dalle autorita’ per garantire la sicurezza delle persone, ma indebolire i sistemi di criptaggio rischi di esporre le informazioni delle persone ad abusi da parte di cybercriminali, hacker e stati nemici”, ha detto Jan Koum, amministratore delegato di WhatsApp.

fonte Il Corriere della Sera

Fiber Phone, Google reinterpreta il telefono fisso

“CHE SI TRATTI di chiamare la mamma o ordinare un cibo a portar via, ci basiamo sui nostri telefoni per aiutare raggiungere le persone e le cose che contano. E mentre i telefoni cellulari ci hanno spinto verso il futuro, il servizio di telefono di casa è ancora importante per molte famiglie”. E’ con queste parole che John Shriver-Blake, product manager di Google Fiber, introduce l’omonimo servizio che Big G ha deciso – in chiara controtendenza – di lanciare in alcune zone degli Stati Uniti. Un servizio di telefonia fissa nel quale per 10 dollari al mese si hanno chiamate illimitate a numeri locali e nazionali e ci sono le tariffe di Google Voice (certamente più convenienti di quelle degli operatori tradizionali) per le chiamate internazionali.

Insomma, Fiber Phone è un servizio di telefonia fissa in piena regola, che arriva dal gigante dell’innovazione soprattutto in chiave mobile. Con questo contratto, fa sapere Mountain View, è possibile mantenere il vecchio numero di telefono o averne uno nuovo. C’è l’avviso di chiamata, ID del chiamante e tutti i servizi canonici degli altri operatori. Fiber Phone, poi, per l’utente i messaggi contenuti in casella vocale e li invia come testo oppure email. Il router che entra nelle case degli americani funziona con tutti i telefoni in possesso dell’utente. Il servizio è basato sul cloud con tutte le opportunità che questa opzione apre.

“Il telefono fisso può essere essere familiare, affidabile e fornire un servizio di alta qualità, ma la tecnologia in questo settore non sempre ha tenuto il passo dell’innovazione”, spiega Shriver-Blake. “Ecco perché oggi vogliamo aiutarti a rimanere in contatto ovunque ci si trovi. Puoi restare sempre connesso, Fiber Phone può aiutarti a sfruttare al massimo il tuo telefono di casa, anche quando non sei a casa. Il tuo numero di telefono fibra vive nel cloud, il che significa che lo può utilizzare su quasi qualsiasi telefono, tablet o laptop.

Fiber Phone è la naturale estensione di Google Fiber che da qualche tempo offre la fibra ottica ad alta qualità (fino a 1000 Mbps) in quattro città americane ma punta a espandersi in breve tempo. Il servizio costa 70 dollari al mese e la tariffa del telefono Fiber PHone si aggiungerebbe, per ora, a quello che già si paga per la connessione.

fonte La Repubblica

Wi-fi libero per tutti in strada a costo zero: come New York ha sostituito le cabine telefoniche

Internet velocissimo, per strada. Il sindaco Bill De Blasio riesce a mantenere una delle promesse fatte durante la sua campagna elettorale: portare nella Grande Mela il collegamento gratuito e veloce per tutti. I nuovi snodi wi-fi sono già comparsi su alcune delle Avenues di Manhattan. Per ora sono poche centinaia, ma dovrebbero essercene almeno 10 mila, quanti ne bastano per assicurare la banda larga a tutti, anche a quel 25 per cento dei newyorchesi che non può permettersi di pagare gli alti costi dei server.

Altre città hanno tentato di offrire internet gratuito per strada, ma gli esperimenti sono stati finora di scarso successo, perché il collegamento non era abbastanza veloce e perché i server per coprire i costi chiedevano che i surfer stessero a guardarsi dei video pubblicitari. Invece gli “hub” di New York si pagano con la pubblicità luminosa sui fianchi delle strutture. Il consorzioCity Bridge” che li gestisce, è formato da tre aziende di tecnologia avanzata che coprono così i costi dell’istallazione e della manutenzione.

Ogni “hub” offre la possibilità di collegarsi a internet con il proprio strumento, sia esso cellulare, tablet, laptop. Basta dare una mail, e ti arriva la password. Una volta registrati, non ci sono altri passi da compiere. Ma gli hub offrono anche la possibilità di navigare direttamente sul loro tablet fisso (tipo Android). Permettono anche di fare telefonate gratuite del tipo voIP (voice over internet protocol), di ricaricare il proprio cellulare, di chiedere informazioni sulla città, e anche di chiamare il numero delle emergenze, il 991 (che corrisponde al nostro 112).

fonte Il Messaggero

Twitter: 10 anni di cinguettii che fanno storia

Twitter compie 10 anni. È il 21 marzo 2006 quando il co-fondatore Jack Dorsey «cinguetta» per la prima volta; con quel messaggio il social network sbarca ufficialmente sulla rete. È l’inizio di una nuova era in cui gli internauti imparano a protestare, scherzare, commuovere, denunciare ed emozionare in 140 caratteri.

Oggi Twitter conta 320 milioni di utenti attivi al mese, con un numero che ha superato i 500 miliardi di tweet in 35 lingue.

E se sulla piattaforma social la guerra per la popolarità si combatte a cinguettii e follower, la vittoria l’ha intascata di sicuro Katy Perry con oltre 84 milioni di seguaci: è la più seguita di sempre. In Italia invece, il podio se lo aggiudica Valentino Rossi (4,4 milioni di follower) che batte anche Papa Francesco e Mario Balotelli.

La notte degli Oscar di quest’anno invece porta a casa il record del minuto più twittato di sempre con 440mila cinguettii ogni 60 secondi, doppiando anche il record precedente dei 250mila per il selfie di Ellen DeGeneres del 2015.

La celebre foto con Bradley Cooper e compagni resta però il più ritwittato degli ultimi anni: oltre 3 milioni e 300mila volte.

Prima del selfie degli Oscar il primato era di Barack Obama all’indomani della sua rielezione. «Ancora quattro anni»: una frase e una foto – quella dell’abbraccio con Michelle – che sono entrate nella storia.

fonte La Stampa

Le notizie arrivano in chat: le news si leggeranno via Messenger

«C’è una notizia per te». Lo squillo di una notifica sulla propria chat a breve potrà annunciare non solo l’arrivo di un messaggio ma anche quello di un articolo da leggere. A tentare questa nuova strada nell’editoria digitale potrebbe essere Messenger, il servizio di messaggistica di proprietà di Facebook. Un percorso già imboccato da Snapchat, chat molto popolare tra i giovanissimi, che ha stretto un accordo di recente con il Wall Street Journal.

L’indiscrezione arriva da Marketing Land e fa parte del piano della società di Mark Zuckerberg di far diventare Messenger, che oramai ha un pacchetto di 800 milioni di utenti, un universo separato dal social network e comprensivo di più opzioni. Secondo il sito, Facebook sarebbe al lavoro su un software che permette agli sviluppatori di creare una “chatbot”, cioè un programma che genera contenuti in automatico, all’interno di Messenger. E i primi a testare questa novità sarebbero proprio gli editori. Il servizio potrebbe funzionare in questo modo: gli utenti ricevono su Messenger la notifica di una notizia in breve, un link rimanda all’articolo completo sul sito della testata giornalistica. Oltre ad un nuovo modo di distribuire le news, la mossa apre nuovi spiragli ai guadagni sulla pubblicità. Il lancio ufficiale delle notizie su Messenger potrebbe avvenire alla prossima conferenza degli sviluppatori del social network (F8) che si terrà a metà aprile.

Lo scorso anno Facebook alla F8 annunciò proprio l’espansione della chat che ora ospita più di 40 applicazioni, permette gli acquisti online, lo scambio di soldi e anche le videochiamate come Skype. Secondo le indiscrezioni, ci sarebbe già una lista di editori pronti ad approfittare dell’iniziativa sin da aprile, tra questi Build. Del resto Facebook, divenuta oramai una gigantesca edicola, ha già una base di accordi stretti con la stampa per il servizio ‘Instant Articles’. È una specie di vetrina digitale che consente agli utenti di leggere gli articoli di una testata, in forma multimediale e interattiva, direttamente all’interno del social network. È attiva anche in Italia e dopo una fase di rodaggio con alcuni grandi gruppi, da metà aprile sarà disponibile per tutti gli editori indipendentemente dalle dimensioni e dalla nazionalità.

L’idea di Facebook di distribuire le notizie via chat, però, non è proprio originale. La sta già percorrendo Snapchat, l’app di messaggi che si auto-cancellano molto popolare tra i giovanissimi. Ad avere un canale di comunicazione privilegiato con i teenager ci sono circa venti realtà editoriali tra cui il Daily Mail e il Wall Street Journal. E anche la Casa Bianca è sbarcata sull’applicazione che conta 100 milioni di utenti attivi al giorno e che ha raggiunto Facebook nella visualizzazione dei video: 8 miliardi visti ogni giorno.

fonte Il Messaggero