Meningite, dal ministero della Salute invito alla prudenza per chi va in Toscana

Attenzione ai luoghi affollati, come le discoteche, per chi viaggia occasionalmente in Toscana. Mentre chi va abitualmente nella regione dovrebbe pensare alla vaccinazione contro il meningococco C. Il consiglio è del ministero della Salute, che oggi ha emanato una circolare per fare il punto sull’emergenza meningite che sta colpendo la Toscana. Nel 2016, sono stati 12 i casi segnalati con 4 vittime mentre nel 2015 sono stati 31, ricorda il ministero, con 6 decessi (in confronto ai 2 del 2014 e ai 3 del 2013).

Numeri che hanno portato le autorità regionali a varare un programma di vaccinazione straordinario, per cui per i medici di base c’è l’obiettivo della copertura del 75% dei propri assistiti tra gli 11 e i 20 anni e del 50% di tutti gli assistiti, da raggiungere possibilmente entro la fine di aprile. Secondo la circolare al momento non sono stati segnalati aumenti dei casi in altre regioni, mentre in Toscana l’area interessata è quella che comprende il territorio di Firenze, Pistoia, Prato, Empoli.

“In considerazione della situazione epidemiologica attuale, non si ritiene opportuno fornire indicazioni particolari a coloro che si recano per viaggi occasionali (lavoro o turismo) nelle aree maggiormente interessate dall’aumento dei casi (Azienda USL Toscana Centro) – si legge nella circolare del ministero -. Tuttavia, si ricorda che la frequentazione di locali molto affollati per alcune ore (per esempio discoteche), l’uso di alcol e la abitudine al fumo, durante i periodi con un aumento dei casi di malattia invasiva da meningococco, potrebbe aumentare il rischio di contagio attraverso il contatto ravvicinato con potenziali portatori.

Per soggetti che si recano per lunghi e continuativi periodi in Toscana (esempio, lavoratori e studenti fuori sede che mantengono la residenza nella Regione di origine) – aggiunge il documento
– è appropriato che la Regione di residenza metta a disposizione la vaccinazione per questi soggetti con le stesse modalità previste in Toscana”.

L’incubo meningite non riguarda soltanto l’Italia. In Gran Bretagna una petizione per estendere la vaccinazione contro il meningococco B, partita dalla mamma di una bimba di tre anni colpita dalla malattia, è stata però rifiutata dal governo, con la giustificazione della mancanza di fondi.

fonte La Repubblica

Il bug che blocca gli apparecchi Apple

Gli iPhone vengono venduti dal 2007 ma in essi è possibile impostare la data al primo gennaio del 1970 che si è scoperto essere un bug dato che si blocca totalmente il sistema operativo e non si potrà far altro che portarlo in assistenza.

In diversi forum online si parla del bug come su Reddit dove degli utenti hanno raccontato di non essere più stati in grado di far ripartire l’iPhone dopo aver impostato manualmente la data d’inizio del cosiddetto Tempo Unix. Sul Guardian si legge che il problema interessa gli iPhone, gli iPad e gli apparecchi iPod con processore 64-bit e sistemi operativi iOS 8 o 9 (iPhone 5S, iPhone 6 e iPad mini 2).

Inoltre ha spopolato un video pubblicato su YouTube l’11 febbraio da Zach Straley, che ha già registrato 1 milione di click, in cui si vede cosa accade se viene impostata quella data sull’iPhone cioè al riavvio il dispositivo si blocca sulla schermata di accensione ed è quindi impossibile accedere al sistema operativo, usare la modalità di ripristino o la DFU.

Dal video emerge pero’ che è alquanto laborioso scorrere il menu e selezionare la data quindi per evitare il problema è sufficiente lasciare le impostazioni predefinite con la regolazione automatica della data e dell’ora e non credere alle false funzioni che vengono promosse online e che promettono di attivare la modalità vintage di Apple una volta selezionata la “data killer”. La Apple ancora non si è pronunciata in merito al bug, ma hanno riferito di essere al lavoro per risolvere il problema.

 

Virus Zika: cosa sapere e le raccomandazioni del Comitato d’Emergenza Oms

Il virus Zika (ZIKV) è un RNA virus della famiglia Flaviviridae, genere Flavivirus, gruppo Spondweni, isolato per la prima volta nel 1947 da un primate in Uganda, nella Foresta Zika, riserva naturale vicino Entebbe. Trasmesso da numerose zanzare del genere Aedes, negli ambienti equatoriali soprattutto la Aedes aegypti e in quelli temperati la Aedes albopictus (zanzara tigre), è presente nelle regioni tropicali, in grandi popolazioni di zanzare, circola in Africa, nelle Americhe, in Asia meridionale e nel Pacifico occidentale. Per molti anni erano stati rilevati solo casi sporadici nell’uomo, in Africa e in Asia meridionale. Nel 2007, il primo focolaio documentato di malattia da virus Zika è occorso nel Pacifico. Dal 2013, casi e focolai di malattia sono stati segnalati dal Pacifico occidentale, dalle Americhe e dall’Africa.

Negli esseri umani provoca una malattia nota come “zika” o febbre Zika. Il virus è strettamente correlato a quelli che provocano la dengue, la febbre gialla, l’encefalite del Nilo occidentale e l’encefalite giapponese, tutti trasmessi principalmente da punture di insetto e pertanto definiti arbovirus. Data la diffusione ambientale delle zanzare, facilitata da urbanizzazione e globalizzazione, esiste la possibilità che si verifichino, a livello globale, grandi epidemie urbane di malattia da virus Zika. La zanzara Aedes non può volare a più di 400 metri. Ma può inavvertitamente essere trasportata dall’uomo da un luogo ad un altro (ad esempio nei bagagliai delle macchine, con le piante). Se sopravvive al clima della destinazione, potrebbe in teoria essere in grado di riprodursi lì e di introdurre il virus Zika in nuove aree.

Il virus Zika di solito provoca una forma lieve di malattia; i sintomi compaiono un paio di giorni dopo che la puntura di una zanzara infetta. La maggior parte delle persone con malattia da virus Zika presenta febbricola e rash cutaneo, si possono presentare anche congiuntiviti, dolori muscolari e articolari, e astenia. I sintomi di solito scompaiono in 2-7 giorni. Il trattamento è sintomatico e consiste in farmaci per alleviare il dolore e la febbre, il riposo e bere tanta acqua. Se i sintomi peggiorano, consultare un medico. Non esiste un vaccino specifico contro il virus. Per la maggior parte delle persone con diagnosi di malattia da virus Zika, la diagnosi si basa sui sintomi e sull’anamnesi recente (quali punture di zanzara o viaggi in una zona affetta). Un laboratorio può confermare la diagnosi con esami del sangue.

Le autorità sanitarie stanno attualmente indagando sul potenziale legame tra virus Zika nelle donne in gravidanza e microcefalia nei loro bambini. Fino a quando non si saprà di più, le donne in gravidanza o che stanno pianificando una gravidanza dovrebbero fare molta attenzione e proteggersi dalle punture di zanzara.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della sanità) sta collaborando con i paesi per:

– definire e dare priorità alla ricerca della malattia da virus Zika coinvolgendo esperti e partner
– rafforzare la sorveglianza del virus Zika e possibili complicanze
– rafforzare la capacità di comunicazione del rischio per aiutare i paesi a raggiungere gli impegni assunti nell’ambito del regolamento sanitario internazionale
– fornire formazione sulla gestione clinica, la diagnosi e il controllo del vettore anche attraverso una serie di WHO Collaborating Centres
– rafforzare la capacità dei laboratori per rilevare il virus
– supportare le autorità sanitarie per implementare le strategie di controllo dei vettori volte a ridurre le popolazioni di zanzare Aedes come la fornitura di larvicidi per il trattamento di siti di acqua stagnante che non possono essere trattati in altro modo, come la pulizia, lo svuotamento, e le coperture
– preparare raccomandazioni per la cura clinica e il follow-up di persone con il virus Zika, in collaborazione con esperti e altri enti sanitari.

Non ci sono restrizione sui viaggi e sugli scambi commerciali anche se si raccomanda di prendere precauzioni contro le zanzare. Queste alcune raccomandazioni contenute nel parere del Comitato di esperti Oms e approvate dal direttore Margaret Chan che ieri ha elevato il virus Zika ad Emergenza internazionale.

“Il Comitato – ha dichiarato Chan – ha consigliato che i recenti casi di microcefalia e altri disturbi neurologici riportati in Brasile, a seguito di un gruppo simile in Polinesia Francese nel 2014, costituisce un “evento straordinario” e una minaccia per la salute pubblica in altre parti del mondo. A loro avviso, è necessaria una risposta internazionale coordinata per ridurre al minimo la minaccia in paesi colpiti e ridurre il rischio di ulteriore diffusione internazionale. I membri del Comitato hanno convenuto che la situazione soddisfa le condizioni per una emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale”. Il direttore Oms afferma poi di aver “accettato questo consiglio” dichiarando l’Emergenza Sanitaria pubblica di rilevanza internazionale.

“È necessaria una risposta internazionale coordinata – sottolinea – per migliorare la sorveglianza, l’individuazione di infezioni, malformazioni congenite e complicanze neurologiche. Occorre intensificare il controllo delle popolazioni di zanzare e accelerare lo sviluppo di test diagnostici e vaccini per proteggere le persone a rischio, soprattutto durante la gravidanza. Il Comitato ha trovato alcuna giustificazione di sanità pubblica per le restrizioni sui viaggi e gli scambi per prevenire la diffusione del virus Zika. E allo stato attuale, le più importanti misure di salvaguardia, riguardano il controllo delle popolazioni di zanzare e la prevenzione dalle punture di zanzare in soggetti a rischio, soprattutto le donne in stato di gravidanza”.

di Umberto Buzzoni

Dalla Polizia Postale l’allarme per un nuovo virus su Facebook

di Umberto Buzzoni

La Polizia Postale ha comunicato l’allarme per un nuovo virus che si sta propagando su Facebook, il social con un miliardo e 390 milioni iscritti. Non sono stati forniti dettagli sul tipo di virus e sul funzionamento ma è un pericolo per tutti in quanto sembra possa colpire sia Windows, Mac, smartphone e tablet, perché è attivo all’interno del social e non nel sistema operativo del computer.

Nel caso in cui si riceve una notifica per un tag su una foto più o meno esplicita o si riceve un link sospetto la Polizia Postale esorta a non cliccare poiché potrebbe nascondere un programma malevolo che si insinua nel computer per carpire i dati sensibili.

Nel profilo Facebook della Polizia di Stato creato come “l’Agente Lisa” vi sono indicazioni in merito «Se risultate taggati in un video o in una foto, in genere con contenuti pornografici, da un vostro amico e per curiosità, cliccate sul link, potreste infettare il vostro pc. Non per colpa del vostro amico, che è sicuramente ignaro di tutto, ma per un programma malevolo che si insinua nel computer per carpire i dati sensibili». «Questo virus, inoltre, si può trasmettere da contatto a contatto, quindi se chattate con un amico infetto, potreste essere infettati anche voi. Fate attenzione poi anche agli smartphone, perché si può diffondere pure sui telefonini». Il post ha già superato le 45 mila condivisioni e quasi 4 milioni di visualizzazioni.

Inoltre si consiglia di «evitate di cliccare su link che vi sembrano strani, installate un buon antivirus aggiornato e poi usate il passaparola con i vostri contatti di Facebook. Una buona idea è quella di scrivere un post sulla vostra bacheca dicendo a tutti gli amici che non avete taggato nessuno e di non aprire link inviati a vostro nome perché si tratta di un virus».

Email con falsi ordini o fatture: Virus da allerta massima

di Umberto Buzzoni

Il nuovo virus che sta invadendo le caselle di posta elettronica ad un primo sguardo può sembrare una normale email generata a seguito di un ordine online invece nasconde un pericolo notevole per il proprio pc. Nell’email ci sono informazioni riguardo un ordine effettuato in un negozio online o una lista di prodotti resi e per avere informazioni più dettagliate si viene rimandanti ad un allegato che contiene un virus in grado di criptare i file e il pc, rendendoli inutilizzabili. L’allerta è massima e in questi casi si consiglia di non aprire l’allegato per nessun motivo e cestinare la mail.

Seppure abbia le sembianze di un messaggio attendibile in quanto sono riportati dettagli come il numero dell’ordine, presunta fattura ed è scritto in un italiano corretto, in realtà si tratta di un virus della famiglia dei “ransomware“, una tipologia di malware che cripta gran parte dei file presenti nel computer tanto da rendenderlo inutilizzabile. Il file allegato solitamente ha un’estensione di tipo .cab,.zip o.scr e, una volta aperto, installa nel pc un virus di difficile rimozione.

Per inviare una segnalazione online alla Polizia postale https://www.commissariatodips.it/
Nella sezione “Collabora” cliccare su “Segnala online”

Impianto elettrico 2.0: dall’Università La Sapienza per case più sicure e bollette meno care

di Umberto Buzzoni

Nel 2012 nell’Università La Sapienza di Roma nacque lo spin-off “Over” grazie all’idea dell’Ingegnere Informatico Adriano Cerocchi durante il dottorato nel dipartimento di Ingegneria, Informatica, Automatica e Gestionale. In due anni la start up si è trasformata in una società per azioni annoverando tra i propri azionisti anche l’Ateneo che partecipa al capitale sociale della Spa.

Il progetto nato dalla collaborazione di Cerocchi, il docente Roberto Baldoni e altri quattro ingegneri, può rivoluzionare il concetto di domotica in quanto il sistema permette all’utente di controllare o azionare, direttamente da computer, iPad e smartphone, tutti gli apparecchi o prese elettriche con i conseguenti vantaggi n caso di anomalie, stand-by ma anche per evitare inutili costosi consumi. Non si tratta quindi di solo risparmio ma anche di una maggiore sicurezza per la propria casa, ufficio o azienda, anche a distanza.

Grazie al supporto dell’Ateneo questo progetto di natura accademica ha potuto divenire una realtà imprenditoriale come spiega anche il Rettore Eugenio Gaudio «Il successo di Over spa rappresenta un primo fortunato caso che può diventare un virtuoso modello di sviluppo imprenditoriale per giovani e brillanti studenti. La Sapienza intende essere sempre di più un terreno fertile per la crescita e lo sviluppo di nuove idee imprenditoriali fondamentale per creare un ponte tra Università e mondo del lavoro.»

Vaccino antinfluenza Fluad: 5 morti sospette e l’Aifa blocca i due lotti

di Umberto Buzzoni

L’Agenzia Italiana per il farmaco ha ufficialmente bloccato e vietato l’utilizzo di due lotti del vaccino antinfluenzale Fluad (Lotti con numero 142701 e 143301)dopo che vi sono stati tre morti sospette a 48 ore dalla vaccinazione. Ad oggi sono saliti a cinque i decessi sospetti.

Dai primi controlli non emergono evidenze di contaminazione del prodotto ma per avere i primi risultati delle analisi effettuate dall’Istituto superiore di sanità si dovrà attendere almeno una settimana. Dai campionamenti massivi si evince che non vi sono stati difetti di produzione che avrebbero comportato un sequestro e per quanto riguarda i decessi essendo dovuti ad infarti potrebbero essere stati causati da malattie concomitanti.

L’Aifa ha disposto il divieto di utilizzo dei due lotti a mero titolo cautelativo ma allo stesso tempo ha invitato i pazienti a controllare sulla confezione il numero di lotto riportato e nel caso in cui dovesse corrispondere con 142701 o 143301 non potranno utilizzarlo dato il divieto quindi dovranno porsi in contatto con il proprio medico per valutare un’alternativa.

In Sicilia nel siracusano vi sono state due morti sospette e si tratta di due pazienti maschi di 68 e 87 anni mentre il terzo decesso sospetto, una signora di 79 anni, è avvenuto in Molise a Termoli. L’allarme ha portato la Regione Liguria a sospendere tutte le vaccinazioni antinfluenzali e la Regione Molise a sospendere le vaccinazioni per 24 ore. I vaccini sono stati prodotti negli stabilimenti Novartis a Siena dove la Procura ha aperto un’inchiesta ma senza iscritti nel registro degli indagati mentre la Procura di Prato ha aperto un’inchiesta sul decesso di un novantenne.