Lo stipendio? Dura 10 giorni

crisi Andrea Bernardini

Fonte: avvenire.it

Altro che crisi della quarta settimana: nelle famiglie con più figli, la busta paga si prosciuga, in media, entro i primi venti giorni.

È quanto emerge da un sondaggio dell’Associazione nazionale famiglie numerose, pubblicato sul sito ufficiale dell’associazione www.famiglienumerose.org e a cui hanno risposto, ad oggi, 1592 famiglie con quattro o più figli.

Alla domanda: «La busta paga che riceviamo ogni mese si vuota dopo quanti giorni?» il 18,29% delle famiglie ha risposto «entro i primi dieci giorni», il 39,35% «tra gli 11 ed i 20 giorni», il 13,32% “tra i 21 ed i 29 giorni» e il 29,04% «dopo trenta giorni e anche oltre».

Se prestiamo fede ai risultati di questo sondaggio, dunque, in 58 famiglie numerose su 100 lo stipendio dei genitori «è sufficiente a sopravvivere poco più di metà mese». Quanti giorni per l’esattezza? Non più di 18, secondo molte testimonianze che hanno accompagnato l’elaborazione dell’indagine.

«I risultati del sondaggio – spiega Giuseppe Butturini, padre di dieci figli, docente di storia della Chiesa all’ateneo di Padova, da pochi giorni alla guida dell’associazione – non ci sorprendono più di tanto. Già nel 2011 l’Istat rilevava come il rischio di povertà o esclusione sociale aumentasse con il crescere del numero dei componenti di una famiglia. Quindici mesi fa il rischio povertà coinvolgeva 21 coppie su cento se senza figli, e quasi 42 coppie su cento se con tre o più figli. Non abbiamo dati ufficiali riferiti al 2012 – conclude – ma la percezione è che la forbice si sia ulteriormente allargata».

E dopo i 18 giorni dalla busta paga? Il 23.36% delle famiglie numerose – secondo Anfn – ricorre ai risparmi (che però si stanno assottigliando sempre di più), il 25.55% riesce ad arrivare a fine mese «solo grazie ad aiuti economici dei nonni, dei figli più grandi ormai autonomi, di parenti ed amici». Il resto si arrangia come può, con più rinunce e più lavoro.

L’Associazione nazionale famiglie numerose è un osservatorio privilegiato delle povertà. «Sono sempre più numerose le famiglie disperate che si rivolgono alla nostra associazione, perché hanno perso un lavoro o perché, pur avendone uno, fanno fatica a garantire un piatto in tavola, pagare le utenze domestiche o onorare un mutuo della casa» ricorda Rosaria Masìa, responsabile del progetto di solidarietà Aiutiamoci.

«Busta paga? Non so più nemmeno che cosa sia – racconta una mamma di quattro figli –. Mio marito ha perso il lavoro più di un anno fa e io ho dovuto chiudere a luglio 2012 la mia edicola perché avevo più spese che guadagno. Da allora un’infinità di richieste di pagamento da parte di Equitalia… Io e mio marito, senza un centesimo in tasca, dobbiamo mantenere i nostri quattro figli e a un mutuo che stiamo bloccando per il secondo anno».

Anfn fa quel che può, distribuendo alle famiglie in difficoltà circa 1/5 del bilancio che entra in associazione dalle quote dei soci, da contributi volontari (generosi quelli di due fondazioni private). Centinaia i pacchi spesa distribuiti alle famiglie numerose in difficoltà, grazie anche al Banco Alimentare. «La richiesta di aiuto – precisa Rosaria Masìa – è filtrata dalle famiglie delegate del territorio, che si recano nelle case, prestando ascolto, portando speranza e conforto».

Osserva Alessandro Soprana, direttore dell’osservatorio politico dell’associazione: «Mentre i politici litigano già prima dell’insediamento del nuovo parlamento, la gente che li ha eletti soffre la fame. Facciano in fretta a formare un governo, per affrontare la crisi economica, riconoscendo alle famiglie i sacrifici sostenuti fino a oggi».

 

Lavaggi. L’acqua calda non pulisce di piu’

da Aduc – di Primo Mastrantoni

Ogni tanto crolla una leggenda metropolitana. E’ convinzione comune che l’acqua calda pulisca i tessuti meglio di quella fredda. Non e’ proprio cosi’. Vediamo.
Vero e’ che la solubilità di una macchia aumenta con l’aumentare della temperatura dell’acqua e che, quindi, si pongono le condizioni per l’eliminazione della macchia stessa. Aumentare la solubilita’ della macchia significa, pero’, scomporla in tante piccole parti che si diffondono in profondita’ nelle fibre rendendo piu’ difficile la successiva asportazione con detersivi o con lavaggi a secco. Questo processo avviene in particolare con le macchie grasse sui tessuti sintetici. Inoltre lo sporco di natura proteica (es. uova) puo’ diventare di difficile pulizia a causa dei processi di coagulazione delle proteine. Al tutto ci aggiungiamo che l’acqua calda “stressa” i tessuti e costituisce un spesa aggiuntiva del lavaggio (riscaldare costa!). Consigli? Non e’ necessario posizionare la temperatura dell’acqua della lavatrice a 60 gradi: si sprecano soldi, si danneggiano i tessuti e non si ottengono risultati migliori di un lavaggio a 30 gradi.

GLI ANGELI DELLA PROTEZIONE CIVILE oltre i numeri della solidarietà

di Grazia De Marco

Una macchina esemplare dei soccorsi, composta essenzialmente dagli uomini e dalle donne della Protezione Civile, attualmente diretti dal Prefetto Franco GABRIELLI e dei Vigili del Fuoco, si è immediatamente messa in moto dal 20 maggio scorso, quando una scossa di magnitudo 5.9 della scala Richter ha colpito l’Emilia Romagna e le sue zone limitrofe.

Tutto il personale che fa parte della grande catena umana della Protezione Civile sta lavorando incessantemente per assistere le popolazioni ormai provate dalle numerosissime scosse di terremoto che continuano a terrorizzare gli abitanti, i quali sono sempre più decisi a non rientrare nelle proprie case. Solo i 1.300 uomini dei Vigili del Fuoco impegnati per l’emergenza Emilia Romagna hanno effettuato oltre 40.000 interventi, dall’assistenza alle popolazioni alla verifica di stabilità degli edifici.

A dimostrare l’efficacia dell’opera di assistenza sino ad ora prestata dalla struttura operativa, che fa capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, vi sono i numeri, i quali, come affermato anche dall’Assessore Regionale alla Sicurezza del Territorio emiliano Paola GAZZOLO, sono più che positivi. In totale, infatti, sono assistite attualmente 16.400 persone, di cui 9.400 ospitate nei 44 campi di accoglienza, mentre altre 4.600 sono alloggiate in altre strutture coperte come: scuole, palestre, caserme e vagoni letto offerti dalle Ferrovie dello Stato.

Il percorso che ha portato alla creazione del sistema nazionale di Protezione Civile è complesso e caratterizzato da leggi, decreti ed ordinanze, tra le quali merita di essere menzionata la Legge n. 225 del 24 febbraio 1992, che ha permesso la nascita del Dipartimento della Protezione Civile. Grazie a quella legge l’apparato di soccorso è diventato parte integrante del sistema pubblico, offrendo una grande risposta alle necessità di tutto il territorio e definendone, in particolare gli obiettivi, le priorità e le componenti dell’art. 117 della nostra Costituzione, che qualifica la Protezione Civile tra le materie di legislazione delle Regioni, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, che invece resta riservata alla legislazione dello Stato.

Aiuti all’Emilia sono arrivati da numerose Regioni d’Italia, anche dall’Abruzzo colpito tre anni addietro da una simile catastrofe naturale, nel corso della quale la macchina dei soccorsi, all’epoca coordinata dal Dott. Guido BERTOLASO, ha dato dimostrazione di enorme efficienza e generosità, affermandosi come una delle eccellenze del Paese Italia. In quei frangenti l’emergenza venne organizzata e suddivisa in 4 fasi, ovvero: la prima costituita da immediati e successivi soccorsi ai coinvolti, una seconda costituita dalla realizzazione e gestione dei 60.000 sfollati, ospitati in 118 tendopoli, una terza riguardante la realizzazione della case provvisorie destinate all’emergenza abitativa e la messa in sicurezza degli edifici lesionati e, infine, una quarta destinata alla ricostruzione.

Tra gli uomini impegnati ad analizzare attentamente i fenomeni delle ultime settimane, soprattutto dopo la scossa che ha colpito il ravennate e quella che ha interessato il Friuli ed il Veneto, vi sono anche molti studiosi. A tal proposito sembrano interessanti le conclusioni del Geofisico del CNR Giovanni GREGORI, il quale ha affermato: l’Italia sta ruotando in senso antiorario ed il terremoto del 6 giugno è stato causato da una faglia diversa, rispetto ai sismi del 20 e 29 maggio, anche se la struttura geologica interessata è la stessa. Alle stesse considerazioni è giunto anche il Dirigente dell’INGV Werner MARZOCCHI, il quale ha concluso: in Italia è come se si fosse innescato un effetto domino, per cui, in sostanza, il verificarsi di un terremoto può determinare una perturbazione anche nelle faglie vicine.

Proviamo a lasciare da parte, per un attimo, i numeri, anche se rilevanti, per concentrarci esclusivamente sull’aspetto della pura e straordinaria generosità umana, che questi uomini sono in grado di regalare in ogni momento, affrontando situazioni di enorme pericolo, mettendo in gioco la loro stessa esistenza, pur di salvare altre vite umane, affetti o anche solo oggetti che fanno parte dei ricordi di persone che soffrono e che, in questi momenti, diventano essenziali.

La gente d’Abruzzo e dell’Emilia ha imparato a conoscerli e ad amarli, ma tutto il Paese conosce la loro straordinaria competenza e l’infinita umanità che li accompagna ed è certo che nei momenti difficili, quando tutto sembra perso, sono loro, con l’esempio, a regalare il coraggio che sembra mancare e la forza per rialzarsi. Sono sempre loro che camminano al fianco di chi ha perso tutto, anche la speranza, per spiegare che ricominciare è sempre possibile.

Latte artificiale più caro d’Europa. L’Antitrust interviene sui prezzi

Margherita De Bac
fonte: corriere.it

Latte artificiale i più caro d’Europa secondo il ministro per la cooperazione internazionale con delega alla Famiglia, Andrea Riccardi, che in un esposto inviato al presidente dell’Antitrust ha segnalato un fenomeno ricorrente, il caro-bebè: «Il comparto dei prodotti per la prima infanzia risulta caratterizzato da alcune specificità che incidono sulla formazione dei prezzi e sulla struttura della catena distributiva», denuncia il ministro. La conseguenza è che «il consumatore si trova obbligato ad acquistare il prodotto di una particolare marca su indicazione del pediatra. Tra l’altro la sostituibilità con prodotti equivalenti, alternativi è piuttosto limitata».

I principali canali di vendita secondo Riccardi sono farmacia e parafarmacia «dove i prezzi sono in media più elevati», fino ad arrivare a rincari che, per prodotti analoghi paragonati con altri paesi europei, lievitano del 40 per cento. In supermercati e ipermercati l’offerta è più conveniente. Conclusione: «Un grave danno per le famiglie costrette a sostenere un impegno economico esagerato. Negli ultimi anni sembra cresciuta la tendenza a organizzare gruppi di acquisto solidali per ottenere un risparmio». Ecco allora il pendolarismo in Paesi confinanti come Austria, Slovenia. Una situazione di «non trasparenza» soprattutto per quanto riguarda il meccanismo della determinazione dei prezzi.
Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Antitrust, la scorsa settimana ha risposto annunciando l’apertura di una pratica. Perché, riconosce, «i prezzi sono mediamente superiori a quelli praticati nel resto d’Europa. In modo ingiustificato». Non è la prima volta che l’Autorità interviene nel settore dell’infanzia. Nel 2004 una quindicina di aziende di latte artificiale vennero multate perché i loro listini risultarono esageratamente cari. Altre iniziative hanno in quegli anni calmierato i prezzi, in particolare del latte artificiale che, secondo una ricognizione di Altroconsumo, si sono abbassati del 25%. Ma ancora i più alti restano. E in un periodo di grandi difficoltà per le famiglie alcune decine di euro sono un risparmio importante. Dice Riccardi: «Quando le risorse scarseggiano bisogna trovare nuove idee. L’abbattimento dei prezzi è a costo zero per lo Stato ma può portare sollievo agli italiani. Da noi la famiglia da sempre rappresenta un grande ammortizzatore sociale».
Una delle iniziative correttive potrebbe consistere in una sorta di patto, di accordo con le farmacie comunali arrivando così ad un abbassamento dei listini. La Federazione degli ordini dei farmacisti respinge l’accusa di speculare sul latte formulato: «Noi dal 2004 vendiamo il Neolatte, polvere equivalente, 10 euro e 90 al chilo. Più competitivi di così. E anche i pannolini li teniamo per spirito di servizio visto che non possiamo competere con la grande distribuzione». Anche le aziende replicano: «Da noi come in Francia sono in commercio anche latti liquidi, più sicuri sul pianto della sterilità, ma più cari. E la presenza di questi prodotti incide sul prezzo medio. Presi singolarmente i latti italiani sono competitivi col resto d’Europa». Secondo i dati riportati dall’istituto Ims che rileva a livello internazionale le vendite dei medicinali, i prodotti artificiali di tipo 1 e 2 danno un fatturato annuo di 155 milioni in Italia, prezzo medio 20 euro a chilogrammo, spesa media per bambino 276 euro.

La società, multata dall’Antitrust, continua a inviare solleciti di pagamento. NON PAGATE!!!

da Casa del Consumatore

Ancora tantissimi i consumatori, vittime di Italia-programmi.net, che continuano a ricevere solleciti di pagamento e minacce di recupero crediti e azioni legali se non pagheranno quanto dovuto entro i tempi richiesti.

Cosa fare, allora?

NON PAGATE!

L’Antitrust, infatti, a conclusione dell’istruttoria avviata a seguito delle migliaia di segnalazioni pervenute sia da singoli consumatori, che dalle Associazioni, ha disposto una multa record alla società, per un ammontare di 1.500.000 euro, così suddiviso:

 

500.000 euro per l’omissione ingannevole che ha indotto i consumatori a ritenere gratuiti servizi in realtà offerti a pagamento;

500.000 euro per aver ostacolato l’esercizio legittimo del diritto di recesso nel termine di 10 giorni previsto dal Codice del Consumo per i contratti negoziati a distanza;

500.000 euro per l’aggressività delle minacce rivolte ai consumatori di ricorre ad azioni legali, con maggiori oneri, in caso di mancato pagamento della somma richiesta.

Quindi alla luce di ciò, e del fatto che la società non si è neppure presentata di fronte all’AGCM per difendersi, il nostro consiglio è sempre quello di non cedere alle loro minacce e alle loro richieste di pagamento, le quali vengono trasmesse o tramite mail o tramite lettere ordinarie, non aventi quindi nessun valore legale.

Per maggiori informazioni, leggi anche gli altri nostri articoli pubblicati sulla vicenda:

Multa di un milione e mezzo di euro per Italia-Programmi.net

Perché non pagare Italia-Programmi.net

Italia-Programmi.net: occhio ai solleciti di pagamento illegittimi!