In arrivo una rata della Tari. Agli italiani i rifiuti costano 8 miliardi

di Umberto Buzzoni

In questi giorni i Comuni stanno inviando i bollettini per il pagamento della tassa sui rifiuti (Tari) per un totale di circa 8 miliardi. Il Centro Studi di Federconsumatori (Creef) ha calcolato che quest’anno si tratta di un aumento medio del 2,84% mentre per il periodo tra il 2010 e il 2014 l’aumento medio calcolando per un appartamento di 100 metri quadrati e nucleo familiare di tre persone è stato del 20,65% pari a 50 euro e notevolmente superiore all’inflazione pari al 7% cioè l’aumento è stato il triplo dell’inflazione.

L’impatto di questa nuova tassa sui bilanci dei consumatori diventa rilevante perchè non solo si tratta di cifre considerevoli ma soprattutto perchè arriva in concomitanza di altri tributi come Tasi, Imu e addizionale Irpef. Rispetto alla Tares del 2013 di 282 euro si registra un incremento in valori assoluti di 8 euro ma se rapportato agli ultimi 4 anni si parla di un aumento del 165% a Reggio Calabria, del 73% a Cagliari, del 56% a Pescara e a Trapani e una riduzione del 8% a Napoli e Udine.

Dall’esame degli importi della Tari del 2014 nelle 110 città capoluogo emergono notevoli differenze anche tra città della stessa regione e in particolare rispetto alle grandi città troviamo Roma al 17 posto con una spesa annua di 372 euro, Milano al 36 con 320 euro mentre Bologna (56 posto) e Firenze (85 posto) sono invece al di sotto della media nazionale, rispettivamente con 277 euro e 222 euro di spesa annua.

Le 10 città più care:
Cagliari con 532 euro
Siracusa con 502 euro
Reggio Calabria con 496 euro
Salerno con 473 euro
Napoli con 463 euro
Catania con 434 euro
Grosseto con 414 euro
Carbonia con 412 euro
Benevento con 409 euro
Carrara con 406 euro

Le 10 città più economiche:
Cremona con 136 euro
Isernia con 155 euro
Udine con 161 euro
Brescia e Belluno con 175 euro
Vibo Valentia e Ascoli con 185 euro
Mantova con 186 euro
Verona con 190 euro
Trento con 192 euro

Obiettivo Riciclo 2020 dell’Unione Europea con un risparmio di circa 650 milioni di euro

di Umberto Buzzoni

L’Unione Europea ha fissato come obiettivo per il 2020 il riciclo della metà dei rifiuti solidi urbani europei. La società Althesys, specializzata nella consulenza strategica e nella ricerca nei settori ambiente, energia, utilities e infrastrutture, ha calcolato che i benefici sarebbero una riduzione delle emissioni di CO2 di 103 milioni di tonnellate e un risparmio di circa 650 milioni di euro.

Per l’Italia con il riciclo dei rifiuti si parla di una riduzione del 2,5% dei gas serra ovvero circa 10 milioni di tonnellate di CO2 annue che verrebbero meno sul totale di 435 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

Nel 2013 il riciclo dei rifiuti urbani ha reso possibile evitare oltre 9 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 che secondo i prezzi attuali del mercato europeo delle emissioni (Ets) corrispondono ad un risparmio di circa 56 milioni di euro mentre secondi i valori della carbon tax britannica di circa 183 milioni di euro.

La Corte di Giustizia Europea sanziona l’Italia per le discariche: 42,8 milioni di euro ogni sei mesi

di Umberto Buzzoni

Nella prima sentenza nel 2007 la Corte di Giustizia Europea aveva dichiarato che l’Italia era venuta meno in maniera generale e persistente agli obblighi definiti dalle direttive europee su rifiuti, rifiuti pericolosi e discariche di rifiuti. Il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, spiega come questa sentenza si riferisce pero’ ad una situazione relativa a sette anni fa dato che nel frattempo si è passati da 4.866 discariche contestate a 218 rilevate nell’aprile del 2013.

Secondo la Commissione Europea nel 2013 l’Italia ancora non aveva adottato le misure fondamentali per l’esecuzione della sentenza in quanto le 218 discariche non erano conformi alla direttiva sui rifiuti e 16 di queste contenevano rifiuti pericolosi.

Ad oggi si contano 45 discariche e grazie ai 60 milioni di euro stanziati con la Legge di Stabilità 2014 si potranno bonificare 30 discariche e per le restanti 15 sarà poi necessario un ulteriore stanziamento di 60 milioni di euro.

La condanna per l’Italia consiste nel pagamento della sanzione pecuniaria più pesante mai inflitta dalla Corte europea con un importo iniziale per il primo semestre di 42.8 milioni di euro. Una penalità semestrale che andrà pagata fino all’esecuzione della sentenza del 2007 e che verrà calcolata ogni semestre detraendo 200 mila euro per ogni discarica che verrà messa a norma e 400 mila euro per quelle con rifiuti pericolosi.

Tutela Ambientale e Degrado Urbano: Nuove Sanzioni contro l’Abbandono di Sigarette e Chewing gum

images (1)È stato recentemente depositato alla Camera il disegno di legge “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali“, collegato alla legge di stabilità 2014.

Lo si apprende dalle pagine del quotidiano romano “il Messaggero”: in particolare, “il ddl prevede che i Comuni installino nelle strade, nei parchi e nei luoghi di aggregazione degli appositi contenitori. Per questa ragione, la legge stabilisce che le norme entrino in vigore dal primo luglio 2015, proprio per permettere alle amministrazioni di attrezzarsi”.

Il progetto normativo si rivolge soprattutto alla maggiore tutela del territorio dal degrado causato dall’abbandono di mozziconi di sigarette e di gomme da masticare, secondo un’inveterata ed incivile abitudine tanto dannosa per l’ambiente quanto gravosa per le risorse della collettività.

Secondo i rilievi condotti nella Capitale, infatti, il Comune spende annualmente ben 5,5 milioni di euro per rimuovere 18 milioni di cicche e 15 mila chewing gum.

Ed altrove, in Italia, la situazione non è migliore, malgrado la puntuale installazione di posacenere e contenitori di raccolta per disincentivare l’inquinamento ambientale.

“La sanzione è sacrosanta, ma non sarà facile applicarla”, – ha dichiarato l’Assessore all’Ambiente al Campidoglio Estella Marino, distinguendo i poteri sanzionatori in capo ai rappresentanti di legge e la diffusione di una maggiore coscienza civile, mutuata dall’educazione e dal rispetto delle aree pubbliche, dalle strade ai parchi, rispettivamente luoghi di servizio e di aggregazione.

“È giusto muoversi su due fronti: la repressione ma anche la sensibilizzazione”.

Petula Brafa

Crisi: giù i rifiuti elettrici ed elettronici

rifiutida Repubblica

La crisi morde anche l’elettronica e i mille apparecchi che ci riempiono le case. L’indicazione non viene dai venditori ma dai raccoglitori: sono i rifiuti l’indicatore che permette una misurazione più precisa degli umori dei consumatori. La flessione dei Raee (rifiuti elettrici ed elettronici), non ci racconta infatti solo una realtà che già conoscevamo, la difficoltà a mettere mano al portafoglio, visto il suo contenuto ridotto.

Il fatto che per la prima volta la raccolta di questo genere particolare di rifiuti – che ha un contenuto al tempo stesso prezioso (per la presenza di metalli pregiati) e pericoloso (per la presenza di sostanze molto tossiche) – sia diminuita ha anche un’altra spiegazione, legata all’antica arte dell’arrangiarsi. I comunicati ufficiali parlano eufemisticamente di “canali di raccolta informale”. Vuol dire che, visto l’aumento dei prezzi delle materie prime, i metalli pregiati come il rame contenuti nei Raee sono diventati improvvisamente più interessanti. E così il numero di persone che si dedicano a una raccolta amatoriale, per arrotondare i bilanci, è cresciuto.

I dati contenuti nel Rapporto annuale 2012 sui Raee testimoniano che l’obiettivo europeo di una raccolta di 4 chili pro capite è stato comunque raggiunto, ma la flessione del 2012 rispetto al 20111 è pari all’8,5%. Un andamento netto anche se non uniforme.

Nella classifica dei 5 raggruppamenti in cui vengono divisi i Raee, al primo posto per volumi raccolti figurano tv e monitor, con 76.501 tonnellate (meno 9,22% rispetto al 2011). Seguono frigoriferi e apparecchiature refrigeranti, con meno 6,62%; i grandi elettrodomestici, con meno 12,74%; i piccoli elettrodomestici, con meno 3,66%. L’unico segmento in aumento è quello delle lampade e lampadine: 1.036 tonnellate, con un più 7,72%.

Nella classifica delle Regioni, la Valle d’Aosta si conferma come la più virtuosa con una media pro capite di 8,2 chili, al passo con i migliori standard europei. La Lombardia invece è quella che raccoglie di più in assoluto. Mentre nel Centro i numeri migliori sono quelli della Toscana e nelle isole il primo posto va alla Sardegna, con 5,40 chili per abitante.

“Nel 2012 il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sui Raee che stabilisce misure più severe per combattere l’export illegale e fissa nuovi obiettivi rispetto ai quantitativi minimi di raccolta: queste sfide rappresentano una buona occasione per rilanciare migliorando il quadro normativo”, osserva Danilo Bonato, presidente del Centro di coordinamento Raee.

IVA SUI RIFIUTI. FACCIAMO CHIAREZZA … UNA VOLTA PER TUTTE

di Lucia Checchia – Info Consumatori

Facendo seguito alle numerose richieste di chiarimento giunte alla nostra redazione in merito all’indebito pagamento dell’IVA sui rifiuti, sottolineiamo ancora una volta che il problema sussiste soltanto laddove  la TARSU (tassa rifiuti solidi urbani) è stata sostituita dalla TIA (Tariffa di igiene ambientale).

 

Se nel vostro Comune è ancora in vigore la TARSU vedrete recapitarvi solo un avviso di pagamento nel quale non compare l’IVA. Laddove invece è stata introdotta la TIA e vedeste recapitarvi una “fattura” nella quale è evidenziato l’importo dell’IVA potete chiederne il rimborso  in quanto non dovuta.