Il giuramento di Sergio Mattarella Nuovo presidente della Repubblica

di Umberto Buzzoni

Sergio Mattarella, l’ex giudice della Corte Costituzionale eletto sabato mattina dodicesimo presidente della Repubblica, dopo il giuramento di rito al suo settennato di capo dello Stato ha iniziato il discorso di insediamento nell’Aula di Montecitorio con un saluto deferente ai predecessori, Giorgio Napolitano e Carlo Azeglio Ciampi e subito dopo ha parlato della crisi economica «che ha aperto nuove ferite, creato nuove povertà». Il discorso prosegue con un saluto per gli italiani all’estero ed «un pensiero di amicizia» per le comunità straniere residenti in Italia.

Davanti al consesso plenario dei parlamentari, che ha interrotto ben 42 volte il discorso con applausi, dichiara di voler essere «un arbitro imparziale» ed ha aggiunto «Ma i giocatori mi aiutino». Altri argomenti sensibili affrontati sono la mafia e la corruzione “La corruzione ha raggiunto livello inaccettabile divora risorse che potrebbero essere destinate ai cittadini, impedisce la corretta esplicazione delle regole del mercato, favorisce le consorterie e penalizza gli onesti ed i capaci” ed ancora “E’ allarmante la diffusione delle mafie, antiche e nuove, un cancro pervasivo che distrugge speranze, impone gioghi e sopraffazioni, calpesta diritti. Garantire la Costituzione significa assicurare la legalità con la lotta alla mafia”. Infine il riferimento ai “molti eroi” della lotta alla mafia “Penso a Giovanni Falcone e a Paolo Borsellino“.

Nel discorso non manca un richiamo alle sfide che deve affrontare la politica e dichiara che “Garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna in ambienti sicuri, garantire il loro diritto al futuro. Significa riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro. Significa promuovere la cultura diffusa e la ricerca di eccellenza, anche utilizzando le nuove tecnologie e superando il divario digitale. Significa amare i nostri tesori ambientali e artistici. Significa ripudiare la guerra e promuovere la pace”.

L’Italia, ha poi sottolineato, sia «un popolo che vogliamo sempre più libero, sicuro e solidale. Un popolo che si senta davvero comunità e che cammini con una nuova speranza verso un futuro di serenità e di pace». «Viva la Repubblica, viva l’Italia», ha concluso. Il discorso è stato il momento più importante del cerimoniale di insediamento, proseguito poi all’Altare della Patria e al Quirinale.