La rivoluzionaria Spina dorsale bionica per tornare a camminare

Una squadra di 39 ingegneri biomedici e neurologi australiani del Royal Melbourne Hospital, dell’University of Melbourne e del Florey Institute of Neuroscience and Mental Health ha sviluppato una rivoluzionaria spina dorsale bionica che potrebbe permettere a pazienti paralizzati da ferite o malattie di tornare a camminare.

Si tratta di un piccolo congegno detto stentrode di soli 3 cm e con un diametro di pochi millimetri che può essere impiantato in un vaso sanguigno vicino al cervello per poi registrare l’attività cerebrale e convertire i segnali in comandi.

La sperimentazione su pecore ha dimostrato che questa spina dorsale bionica può controllare arti bionici e dopo aver emesso segnali per i 190 giorni della sperimentazione ha fatto registrare un segnale rafforzato quando si è formato e consolidato il tessuto attorno allo stent.

Ora gli scienziati vogliono sperimentare il congegno su pazienti del Royal Melbourne Hospital con paralisi degli arti inferiori e per farlo verrà eseguita una procedura di circa due ore in cui dovranno praticare un piccolo taglio nel collo del paziente per inserire un catetere con lo Stentrode e disporlo poi sulla corteccia cerebrale da cui partono gli impulsi nervosi che attivano i movimenti dei muscoli volontari. Successivamente viene rimosso il catetere, lo stent inizia il processo di individuazione dei segnali e grazie agli elettrodi li trasmettono a un piccolo congegno impiantato nella spalla del paziente.

Smart Angel, l’app che aiuta le persone con sindrome di down a muoversi in città

Nasce la piattaforma cloud mobile chiamata Smart Angel per aiutare le persone con sindrome di down che vivono in città, per facilitarne gli spostamenti.

L’idea di quest’app per smartphone collegata con una consolle è di supportare chi è affetto da sindrome di down per raggiungere agevolmente diversi posti della città come l’ufficio, la propria casa ma anche luoghi di svago.

fonte Ansa

Questo innovativo progetto di ricerca, realizzato a Genova dal consorzio SoftJam, è stato sperimentato su 15 disabili ed è stato premiato da Microsoft come Miglior prodotto Software.

L’assessore regionale allo Sviluppo economico, Edoardo Rixi, ha commentato che «è un progetto avveniristico che dimostra la capacità di collegare conoscenza e integrazione tra società e tecnologia».

Il progetto del valore di un milione di euro, è stato cofinanziato dalla Regione Liguria con oltre 500mila euro ed è il frutto dell’idea nata nel 2013 nel Polo regionale di Ricerca sulle Scienze della vita, in collaborazione col Centro italiano Down, l’Istituto delle Tecnologie didattiche del Cnr e il dipartimento di Ingegneria dell’Università di Genova.

di Umberto Buzzoni

La Mano Bionica Made in Italy: protesi con sensori tattili e senza intervento chirurgico

di Umberto Buzzoni

La nuova protesi biorobotica è stata ideata e realizzata a Pisa nell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, dal docente di BioRobotica Christian Cipriani ed il suo team di ricercatori, nel progetto ‘My Hand’ finanziato con oltre 400 milioni di euro dal Ministero dell’Istruzione.

Realizzata in lega di alluminio, dotata di sensori tattili e con un peso di soli 500 grammi, non necessita di intervento chirurgico per l’impianto e consente a chi la indossa ben sette movimenti. Dopo una serie di primi test di funzionamento è pronta per essere testata sui pazienti.

L’ingegnere Marco Controzzi ha spiegato che “La mano utilizza tre motori elettrici e un pollice opponibile, per afferrare oggetti di varia forma e peso differente” e grazie all’altra novità tecnologica, con brevetto internazionale, sarà possibile effettuare tutte le prese con un solo motore che permette la rotazione del pollice o la flessione dell’indice in maniera alternata. Nel dorso della mano è presente l’elettronica di controllo e per la chiusura completa delle dita la protesi impiega meno di 1 secondo.

Questa innovativa protesi dall’aspetto antropomorfo a 5 dita verrà messa in vendita ad un prezzo economico che si aggirerà intorno a quello di uno smartphone di ultima generazione, elemento importante se si pensa che si stima che in Europa ogni anno si contano oltre duemila nuovi casi di amputazione della mano.

Disabilità e Scuola: la protesta delle famiglie

disabili

Si è svolta ieri 5 novembre la manifestazione in piazza Montecitorio a Roma organizzata dall’Associazione Onlus “Tutti a Scuola” (http://www.tuttiascuola.org/), operativa da oltre dieci anni nel settore dell’infanzia e costituita da genitori che  “in un paese normale … non dovrebbero essere costretti a rivolgersi alla Magistratura per garantire ai propri figli disabili un tempo scuola di qualità”.

L’iniziativa, – inserita nel ciclo delle agitazioni avviate martedì 4 dal raduno del “Comitato 16 novembre”, che raccoglie i malati di SLA e le rispettive famiglie, dinanzi al Ministero dell’Economia, e protesa verso la dimostrazione dei dipendenti pubblici, sotto l’egida delle maggiori sigle sindacali, attesa per sabato 8 – , ha contestato i tagli del governo nelle politiche scolastiche, a danno dei bambini e dei ragazzi affetti da disabilità.

Per visualizzare la gravità della situazione vissuta dagli interessati e dalle famiglie, i manifestanti hanno apposto una ghigliottina in piazza, a simbolo dirompente del grave problema sociale evidentemente sottovalutato dal governo.

 “Siamo qui perché la politica non conosce i disabili, anzi li condanna a morte quando fa finta di non vederli. Fa finta, come con l’ultima manovra di stabilità, di spostare le risorse verso qualcuno”, – ha dichiarato Toni Nocchetti, Presidente della Onlus “Tutti a scuola“. “Il finanziamento al fondo nazionale delle politiche sociali è assolutamente “ridicolo”, come l’ha definito il sottosegretario all’Istruzione del Pd Faraone, il finanziamento al fondo della non autosufficienza. Delle mance i disabili non sanno che farsene” – ha concluso.

Per sollecitare l’attenzione dell’opinione pubblica, l’Associazione ha inaugurato una campagna di sensibilizzazione unitamente a Il Fatto Quotidiano, pubblicando lettere e testimonianze provenienti da tutto il territorio nazionale.

“Sono lettere che raccontano di una scuola che muore intorno agli alunni più fragili” – ha spiegato il Presidente, lamentando il silenzio delle istituzioni.“Avevamo chiesto di incontrare il ministro Giannini, al quale vorremmo consegnare le lettere e provare a far comprendere al presidente del Consiglio che un Paese si governa insieme e soprattutto partendo dai più deboli,” – ha concluso – ,“ma probabilmente questa è una corda che suona stonata”.

Fonte: il Fatto Quotidiano, Tutti a scuola

6 novembre 2014

Petula Brafa