Disabilità e Scuola: la protesta delle famiglie

disabili

Si è svolta ieri 5 novembre la manifestazione in piazza Montecitorio a Roma organizzata dall’Associazione Onlus “Tutti a Scuola” (http://www.tuttiascuola.org/), operativa da oltre dieci anni nel settore dell’infanzia e costituita da genitori che  “in un paese normale … non dovrebbero essere costretti a rivolgersi alla Magistratura per garantire ai propri figli disabili un tempo scuola di qualità”.

L’iniziativa, – inserita nel ciclo delle agitazioni avviate martedì 4 dal raduno del “Comitato 16 novembre”, che raccoglie i malati di SLA e le rispettive famiglie, dinanzi al Ministero dell’Economia, e protesa verso la dimostrazione dei dipendenti pubblici, sotto l’egida delle maggiori sigle sindacali, attesa per sabato 8 – , ha contestato i tagli del governo nelle politiche scolastiche, a danno dei bambini e dei ragazzi affetti da disabilità.

Per visualizzare la gravità della situazione vissuta dagli interessati e dalle famiglie, i manifestanti hanno apposto una ghigliottina in piazza, a simbolo dirompente del grave problema sociale evidentemente sottovalutato dal governo.

 “Siamo qui perché la politica non conosce i disabili, anzi li condanna a morte quando fa finta di non vederli. Fa finta, come con l’ultima manovra di stabilità, di spostare le risorse verso qualcuno”, – ha dichiarato Toni Nocchetti, Presidente della Onlus “Tutti a scuola“. “Il finanziamento al fondo nazionale delle politiche sociali è assolutamente “ridicolo”, come l’ha definito il sottosegretario all’Istruzione del Pd Faraone, il finanziamento al fondo della non autosufficienza. Delle mance i disabili non sanno che farsene” – ha concluso.

Per sollecitare l’attenzione dell’opinione pubblica, l’Associazione ha inaugurato una campagna di sensibilizzazione unitamente a Il Fatto Quotidiano, pubblicando lettere e testimonianze provenienti da tutto il territorio nazionale.

“Sono lettere che raccontano di una scuola che muore intorno agli alunni più fragili” – ha spiegato il Presidente, lamentando il silenzio delle istituzioni.“Avevamo chiesto di incontrare il ministro Giannini, al quale vorremmo consegnare le lettere e provare a far comprendere al presidente del Consiglio che un Paese si governa insieme e soprattutto partendo dai più deboli,” – ha concluso – ,“ma probabilmente questa è una corda che suona stonata”.

Fonte: il Fatto Quotidiano, Tutti a scuola

6 novembre 2014

Petula Brafa

Accolti i ricorsi giudiziari promossi dai medici specializzandi 1982-2006

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La battaglia condotta dai medici per la mancata erogazione della legittima retribuzione, – durante gli studi di specializzazione sostenuti tra il 1982 ed il 2006 – , registra l’ennesima vittoria.

Ne dà notizia ‘Consulcesi’, società di servizi ed assistenza legale per i professionisti sanitari, da anni impegnata nella campagna di adesione alla class action promossa contro il Consiglio dei Ministri e la Tesoreria di Stato, ad oggi condannati a rimborsare, attraverso Banca d’Italia, ben 362 milioni di euro.

Dal comunicato stampa del 9 ottobre si apprende infatti che, con la sentenza n. 2181/14 del 5 marzo 2014, la Corte d’Appello di Roma ha riconosciuto oltre 17 milioni di euro ai 600 medici ricorrenti, rinnovando il giudizio già pronunciato da altri Tribunali aditi sull’intero territorio nazionale e consolidando l’orientamento giurisprudenziale sulla vicenda.

“Continuano ad arrivare assegni milionari e sempre più sentenze favorevoli ai nostri medici”, – ha affermato il Presidente onorario di Consulcesi Massimo Tortorella, – “ed il prossimo 20 ottobre parte la nuova azione collettiva, alla quale è possibile partecipare: anche i principali OMCeO, Sindacati ed Enti hanno convenzionato tutti i propri iscritti per l’adesione alle azioni di rimborso a costi ridotti.  Per le migliaia di professionisti in attesa di vedersi riconoscere ciò che è loro diritto” – ha concluso – “sono già a disposizione oltre 350 avvocati e consulenti legali, che rispondono gratuitamente al numero verde 800.122.777”

Il reiterato riconoscimento delle istanze ha indotto da tempo la Consulcesi a percorrere la via transattiva, più auspicabile per la riduzione di tempi e costi, non solo di giustizia: la rinnovata soccombenza dello Stato, – che ha recepito tardivamente la normativa europea sulla materia – , profila infatti il paventato rischio di esborsi per le casse pubbliche fino a 4 miliardi di euro.

In vista di una soluzione, la società ha proposto ben tre disegni di legge in Parlamento, finalizzati alla stesura ed alla definizione di un accordo di cui, tuttavia, potranno avvalersi solo quanti avranno promosso ricorso prima della trasformazione in legge.

Forte delle rivendicazioni riconosciute, Consulcesi ha preannunciato a breve anche la presentazione della prima azione di rimborso per la violazione della Direttiva europea n.2003/88 sugli orari di lavoro.

Ogni ulteriore approfondimento potrà essere acquisito tramite il sito www.consulcesi.it.

Petula Brafa

25 aprile 2013

napolitanodi Umberto Buzzoni – Il Consumatore

L’immagine che proponiamo in copertina è quella del neo eletto Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che si trova, suo malgrado, nuovamente a rappresentare la Repubblica Italiana per i festeggiamenti del 25 aprile 2013.

Di sicuro soltanto una settimana fa non si sarebbe mai aspettato di dover presiedere la cerimonia svoltasi questa mattina presso l’altare della Patria a Roma.

E’ a lui che il popolo italiano si è rivolto pe che “LIBERI”, nonostante l’età avanzata, la nazione dall’impasse istituzionale in cui ci si è trovati.

Una giornata dunque doppiamente importante. Mentre procedevano le consultazioni per la formazione del nuovo governo che, si spera, riesca a tirarci fuori dai tanti problemi economici ed occupazionali in cui ci troviamo, il nostro Presidente, salvatore della Patria deponeva una corona sulla tomba del milite ignoto.

Le nuove generazioni, intervistate da alcuni organi di stampa, hanno purtroppo dimostrato di non ricordare in modo chiaro il motivo per il quale oggi, per l’Italia, è una ricorrenza fondamentale per la libertà e per la democrazia.

Ed è a loro che mi rivolgo dando alcuni brevissimi cenni storici.

Il 25 aprile del 1945 fu il giorno della liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista durante la seconda querra mondiale che terminerà definitivamente poco dopo in tutto il Mondo con le bombe atomiche che furono gettate sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.

In particolare il 25 aprile rappresenta il giorno della liberazione delle città di Milano e Torino. L’Italia settentrionale sarà poi definitivamente  liberata entro il 1 maggio con la liberazione di Verona e Genovail 26 aprile, e venezia il 28 aprile.

Si uscì fuori da 20 anni di governo fascista e da 5 anni di guerra. Un giorno di immensa gioia per gli italiani che il 2 giugno del 1946, con un referendum, scelsero la Repubblica alla Monarchia. Poco dopo un’assemblea Costituente promulgò la nostra Costituzione.

Tanti nostri connazionale sono morti per arrivare a questo risultato. Tanti eroi che oggi vengono commemorati e che meritano, riallacciandoci alla cronaca politico istituzionale di questi giorni, rispetto ed impegno affinchè si riesca, anche in loro memoria, a superare i problemi dinanzia ai quali ci stiamo trovando.

DA ROMA A BOSTON: EMANUELA ORLANDI, MIRELLA GREGORI E LA PISTA DEI PRETI PEDOFILI

di Grazia De Marco

Il problema della pedofilia all’interno della Chiesa Cattolica americana guadagna per la prima volta le cronache dei giornali nel Gennaio2002, a causa di un’inchiesta avviata dal quotidiano “The Boston Globe” sul caso di John  J. Geoghan, inizialmente accusato di aver molestato un bambino di 10 anni in una piscina e, successivamente, di aver abusato di 130 bambini in 30 anni.

Geoghan, condannato all’epoca dei fatti a 10 anni di carcere, non fece in tempo a scontare interamente la pena perché strangolato nel carcere Souza Boranowski di Shirley, nel Massachuttes, dal suo compagno di cella Joseph L. Druce.

Da quel momento il fenomeno divenne sempre più ampio, tanto che nella sola Boston finirono sotto accusa 89 sacerdoti e 55 preti, i quali furono rimossi dall’incarico.

Il caso più eclatante riguardò, tuttavia, l’allora Arcivescovo di Boston Bernard Law (foto), che fu costretto a dimettersi proprio nel 2002, perché accusato di aver taciuto sui fatti riguardanti le numerosissime oscenità commesse dai preti, ai quali, in questo modo, aveva indirettamente permesso di continuare ad esercitare la loro opera nelle parrocchie dove, ovviamente, i fedeli non erano a conoscenza delle denunce che pendevano sugli stessi. L’anno successivo il Cardinale Seàn P. O’ Malley sostituì proprio il cardinale Bernard Law a capo dell’Arcidiocesi di Boston, ottenendo grandi meriti nella soluzione del caso e ripristinando la fede in quella chiesa ormai segnata da troppe vergogne. Il Cardinale O’ Malley, infatti, prima mise in atto una serie di procedure destinate a prevenire gli abusi sessuali, poi aiutò le vittime a guarire e, infine, fece pubblicare una lista di 132 sacerdoti accusati di abusi sessuali su bambini. Di questi: 29 subirono un processo canonico a seguito del quale furono licenziati dallo Stato clericale ed assegnati ad una vita di preghiera e penitenza, 24 cercarono la laicizzazione, 21 sono tuttora in attesa del completamento del processo canonico a loro carico, 4 sono già stati laicizzati al momento dell’accusa e 57 sono quelli deceduti, ma che l’Arcidiocesi ha comunque deciso di elencare nell’interesse della trasparenza. Di questo scandalo si è parlato molto poco fino ai primi giorni del giugno di quest’anno, quando i media hanno diffuso l’ipotesi di una pista che legherebbe i preti pedofili americani al caso di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Per capire meglio cosa collega questi due avvenimenti sarebbe meglio ritornare indietro di qualche anno e, più precisamente, al giorno del rapimento delle ragazze: il 7 maggio1983 per Mirella Gregori e il 22 giugno dello stesso anno per Emanuela Orlandi. I primi contatti con i rapitori risalgono al 5 luglio successivo, quando una telefonata dell“Amerikano” propose la liberazione della Orlandi in cambio della scarcerazione dell’attentatore del papa Ali Agca. Successivamente ci fu un’altra telefonata con un nuovo ultimatum e dopo solo silenzio, fino al 4 di settembre 1983, quando una lettera contenente inedite rivelazioni, sempre dell’ “Amerikano”, venne ritrovata in un furgone della Rai, insieme ad una fotocopia di uno spartito di musica.

Dopo qualche giorno, il 12 settembre, arriva una telefonata al bar dei genitori di Mirella Gregori ed una voce descrive l’abbigliamento, compresa biancheria intima, che indossava la ragazza al momento della scomparsa. Il 27 di Settembre Richard Roth, corrispondente da Roma della Cbs, riceve una lettera (scritta dalla stessa mano che aveva vergato quella del 4), in cui si annuncia la morte della “ragazza con la fascetta”. Da dove è stata scritta questa lettera?  Proprio da Boston, più precisamente dal distretto postale di Kenmore Station.  Successivamente, dopo lo scandalo del 2002 e il relativo processo, emergerà proprio un contatto tra il Cardinale Law ela NAMBLA(North American Man Boy Lover Association), un’associazione di pedofilia famosa per non essersi mai opposta ai rapporti sessuali tra uomini adulti e minori di sesso maschile, la quale aveva come recapito, ancora una volta, la casella postale di Kenmore Station.  Sia il timbro postale che l’indirizzo di fermo posta furono poi ritrovati tra le decine di faldoni dell’inchiesta sulla scomparsa delle due ragazze romane, aperta 29 anni fa pressola Procuradella Capitale. Non sappiamo se questa volta finalmente riusciremo a sapere la verità su queste due ragazze, probabilmente no, ma lo scandalo dei preti di Boston rimarrà per sempre nella storia oltre che per la sua gravità, anche per la sua estensione.