Uova e tracciabilità: consigli per leggere l’etichetta.

Sulle uova è presente un codice specifico che indica al consumatore la tracciabilità del bene. In particolare le informazioni riguardano la dimensione delle uova, il tipo di allevamento, la categoria e la qualità. Si tratta di una vera e propria etichetta nutrizionale pertanto è importante saperla leggere. La prima lettera indica la taglia dell’uovo pertanto le sigle partono dalla XL, assegnata ad uova grandissime, L uova grandi con peso minimo di 63 grammi, M uova di taglia media, ed infine S, uova con peso inferiore a 53 grammi. Sul guscio sono invece impressi i codici delle uova 0, 1, 2, e 3 che identificano la tipologia di allevamento delle galline. In particolare:

  • 0 indica che l’uovo proviene da allevamento biologico, il più naturale
  • 1 indica che l’uovo proviene da galline allevate all’aperto
  • 2 indica che l’uovo proviene da un allevamento a terra
  • 3 indica che l’uovo proviene da allevamento in gabbia, il più intensivo.

Dopo questo numero, segue la sigla che indica la nazione di provenienza, per l’Italia è IT. Dopo la sigla si trova il codice ISTAT del comune che ospita l’allevamento, quindi la provincia dell’allevamento ed in chiusura il codice identificativo dell’allevatore. Infine, per capire il grado di freschezza delle uova, basta guardare la categorie a cui appartengono: uova di categoria A sono uova fresche, uova di categoria B o “uova di seconda qualità” non sono destinate alla grande distribuzione, ma alle industrie di trasformazione o ad industrie non alimentari ed infine uova di categoria C “destinate all’industria alimentare” spesso in vendita a prezzi bassi.

Direttore responsabile
Buzzoni Umberto

“Gift card”: consigli per l’uso.

Le “gift card” (o buoni regalo) sono carte prepagate emesse da un negozio, sia fisico che virtuale, con importi variabili da spendere presso quel punto vendita stesso. A volte sono la soluzione ideale come nel caso di un invito: se non conosciamo i gusti del festeggiato per non rischiare di presentarci con regalo non gradito, preferiamo scegliere la “gift card” per uscire dall’impasse. Comoda, prepagata e facile da reperire, ad oggi infatti sono moltissimi negozi, supermercati e grandi catene commerciali a proporla, consentendo al diretto interessato di spendere tutta la cifra a disposizione scegliendo direttamente cosa acquistare.

Un’idea molto pratica e comoda come dimostrano i risultati di un’indagine in cui è stato rilevato che per circa il 13% degli italiani la “gift card” è il dono più desiderato. Chi la riceve può recarsi presso il negozio, oppure collegarsi al sito, e comprare seguendo le regole indicate sulla carta stessa. Attenzione alla data di scadenza: le “gift card” infatti non hanno durata illimitata! Di solito la validità va dai 6  mesi ai 2 anni a partire dalla data di attivazione che solitamente coincide con l’acquisto, ma le regole possono cambiare a seconda del punto vendita. Pertanto è bene informarsi contattando l’assistenza clienti in caso di negozio on line o recandosi presso il punto vendita stesso.

Cosa succede in caso di furto o smarrimento? In caso di furto, smarrimento o danneggiamento della “gift card” nessun negozio accetta di rimborsare l’importo della stessa poiché la carta è anonima, pertanto bisogna conservarla come se fossero contanti. Un piccolo suggerimento è quello di scattare una foto al codice a barre della carta: potrebbe essere utile per recuperare il credito della stessa in caso di furto.

Direttore responsabile
Buzzoni Umberto

Garanzia di conformità sugli acquisti.

Il consumatore che acquista un bene, sia on line che presso un negozio fisico, deve essere consapevole dei propri diritti circa la garanzia. Ci riferiamo in particolare alla “garanzia di conformità” ovvero l’ essere risarciti in caso di prodotto difettoso. Se dopo l’acquisto il bene presenta dei problemi e non risulta conforme alle aspettative descritte e pubblicizzate il consumatore ha diritto al risarcimento. In che modo?

Secondo l’articolo 130 del Codice del Consumo il venditore ha varie opzioni: far riparare il prodotto gratuitamente oppure sostituirlo con uno uguale e funzionante oppure, in ultima istanza, risarcire il cliente con denaro e non con buoni spesa da spendere in negozio. Dal momento dell’acquisto la garanzia per legge vale due anni e deve essere utilizzata entro due mesi dal momento in cui si scopre il difetto del bene. Se il difetto compare dopo sei mesi spetta al venditore dimostrare che l’acquirente ha utilizzato il prodotto in modo sbagliato: in caso di contestazione sarà l’acquirente a dimostrare il contrario. Se il venditore rifiuta di rispettare le leggi il primo passo da compiere è inviare una raccomandata di diffida.

Ricordate che la garanzia di conformità si applica su tutti i prodotti anche se in saldo, tranne in alcuni casi ad esempio quando il bene è stato scontato proprio per il possesso di un difetto. Inoltre, per far si che la garanzia sia valida, occorre conservare lo scontrino di acquisto.

Direttore responsabile
Buzzoni Umberto

Attenzione agli sms sospetti ricevuti da un sito clone di Amazon.

Negli ultimi tempi sono in aumento gli sms truffa che apparentemente arrivano dal sito Amazon. Nella maggior parte dei casi il testo del messaggio è il seguente: “Pacchetto in attesa per” (e qui è inserito il nome dell’utente), “si prega di verificare i dettagli e confermare” (qui compare un link su cui l’utente dovrà cliccare), “ma non solo, vedi qui di fianco” (viene indicato all’utente un secondo link).

Prestate attenzione dunque poiché siete di fronte ad un tentativo di phishing, truffa on line, che, data l’autorevolezza del sito in questione e la presenza dei dati reali dei destinatari, risulta molto più insidiosa e pericolosa. Ricordate che Amazon, il reale sito di vendita on line, non utilizza la modalità sms per gestire la comunicazione con i propri clienti. Infatti coloro che hanno cliccato sul link contenuto nel messaggio si sono trovati davanti la richiesta di comunicare dati personali e codici della carta di credito. Segnalazioni di altri mittenti fasulli ma famosi sono anche sms ricevuti da finti Apple e Coop: prestate attenzione poiché se ricevete sms sospetti siete nel mirino di truffatori del web.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Addio ai centesimi da uno e due euro!

I commercianti potranno finalmente dire addio alle monete da uno e due centesimi di euro, poiché il loro conio è stato sospeso definitivamente dalla Zecca di Stato. I titolari dei negozi avranno così la possibilità di arrotondare i prezzi degli articoli messi in vendita al momento del pagamento. Dal primo gennaio infatti è stato decretato lo stop alla produzione delle monetine in questione anche se nel nostro paese ne circolano ancora moltissime, un valore stimato pari a circa 7 miliardi di euro.

L’addio a uno e due centesimi di euro avrà ripercussioni sugli arrotondamenti nei negozi: alla cassa infatti si potranno correggere gli importi al multiplo di cinque più vicino.  Ad esempio la cifra di 8 euro e 77 centesimi verrà arrotondata a 8 euro e 75 centesimi mentre, l’importo di 5 euro e 78 centesimi si arrotonderà a  5 euro e 80. L’unica eccezione è costituita dai pagamenti elettronici: la regola dell’arrotondamento infatti non verrà applicata in tali casi ovvero con l’utilizzo di carte e bancomat, casi in cui gli importi non subiranno alcuna modifica.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Alimentazione: etichettatura del pomodoro.

Dopo la pasta, il riso ed il latte è arrivato il momento di etichettare anche i prodotti a base di pomodoro. Mentre l’UE ancora deve pronunciarsi sull’argomento in Italia qualcosa già si è mosso con un decreto che mira a sperimentare l’etichettatura di tale alimento fino a dicembre 2020. Secondo le vecchie normative era obbligatorio solo per la passata di pomodoro indicare l’origine dei prodotti utilizzati: il decreto italiano ha ampliato il range inserendo anche i pelati, le polpe, i concentrati le salse ed i sughi con un contenuto di pomodoro pari o superiore al 50%. Scopo del decreto è garantire la trasparenza al consumatore finale che, all’inizio vedeva indicato in etichetta solo lo stabilimento di produzione ignorando quindi la provenienza della materia prima utilizzata. Senza questo dettaglio infatti non si riusciva a capire se l’origine del pomodoro impiegato nel processo industriale di lavorazione provenisse da Spagna, USA o addirittura dalla Cina.

Anche in caso di provenienza da tali paesi l’etichetta recava comunque il marchio “Made in Italy”, sinonimo di una filiera parzialmente incorretta. Ricordiamo che i prodotti presenti ad oggi sugli scaffali con la vecchia etichetta continueranno ad essere commercializzati fino ad esaurimento scorte mentre, le nuove diciture sui prodotti circolanti in Italia saranno più chiare. Ad esempio troveremo “Paese di coltivazione del pomodoro” e “Paese di trasformazione del pomodoro” per i prodotti confezionati in Italia con indicazione “Origine Italia”. Se invece i processi industriali accadono in diversi paesi, con l’uso di prodotti non coltivati in Italia, si indicherà in etichetta la dicitura “Paesi UE” oppure “Paesi non UE”. In entrambi i casi la scelta del consumatore potrà basarsi su criteri di trasparenza in merito alle maggiori informazioni contenute in etichetta relative all’origine del prodotto ed alla catena di produzione/trasformazione dello stesso.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Occhio ai saldi … falsi!

Abbiamo recentemente pubblicato l’articolo con il calendario del saldi regione per regione. Vi invitiamo in questo pezzo a prestare attenzione poiché i saldi possono anche essere falsi. Arriva in redazione la testimonianza di una signora che a tal proposito ha qualcosa da raccontare. “State attenti ai saldi finti perché sono in agguato. Prima dell’inizio dei tanto attesi sconti sono andata in giro a curiosare tra le vetrine dei negozi per avere un’idea sui prezzi.

Cercavo in particolare delle scarpe e, dopo aver visto varie possibilità di mio interesse, ho deciso di rimandare l’acquisto approfittando dell’arrivo a breve dei saldi. Dopo circa una settimana, a saldi iniziati, mi sono recata presso lo stesso negozio: in vetrina le scarpe erano ancora esposte ma, con amara sorpresa, ho costatato che, sebbene fosse stata applicata la percentuale di sconto, il prezzo di vendita era invariato.

Come mai? Il commerciante in maniera furba aveva ritoccato il prezzo di partenza quindi, a conti fatti, se prima dei saldi il prezzo delle scarpe era di € 50,00 con i saldi il prezzo iniziale saliva a € 100,00 in modo che lo sconto applicato al 50% lasciava invariato il prezzo finale”. La testimonianza racconta quindi di una vera e propria truffa ai danni del consumatore, che sperando di risparmiare va in realtà a pagare il bene a prezzo pieno.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile