Pensioni: in arrivo le lettere dell’Inps.

Stanno arrivando in questi giorni delle lettere da parte dell’Inps in cui si chiede la restituzione di somme versate erroneamente con la pensione. Spesso tali lettere sono accompagnate anche da un bollettino in cui è inserito l’importo da restituire. L’ente giustifica tale richiesta basandosi su errori commessi durante il calcolo degli importi in quanto, i pensionati, mese per mese ed anno dopo anno, hanno avuto soldi in più rispetto a quanto ora l’istituto stesso crede dovesse essere la pensione reale spettante. Pertanto anni di pensioni riscosse equivalgono ad un debito maggiore.

Dove sta l’errore? Ogni anno, entro febbraio dell’anno successivo a quello in cui si riceve comunicazione, il pensionato è tenuto a dichiarare all’Inps le eventuali variazioni di condizione reddituale utile a percepire le cifre e gli importi aggiuntivi sulle pensioni, utilizzando il modello Red. Per coloro che presentano modello 730 o modello Redditi, l’obbligo di presentazione di Red non sussiste. La mancata presentazione del Red può essere una delle cause per il maturare di questi debiti da parte dei pensionati. Tuttavia l’errore è quasi sempre dell’istituto che può aver sbagliato i calcoli o non ha tenuto conto di quanto comunicato dal cittadino. Cosa fare? Se la colpa dell’errore ricade sull’ente il cittadino non è tenuto a restituire nulla.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

“Te la faccio pagare”: è labile il confine tra “reato” e “realtà dei fatti”

La frase “te la faccio pagare” che spesso pronunciamo rivolgendoci a qualcuno è sinonimo di una velata intimidazione pertanto bisogna prestare attenzione al contesto ed alle modalità d’uso. La Corte di Cassazione ha più volte ribadito che l’espressione è un vero e proprio reato di minaccia ma, per stabilire quali rischi si corrono, bisogna contestualizzare il fatto. Se il riferimento si lega alla volontà di ricorrere al giudice non scatta l’ipotesi di reato poiché la frase incriminata implica l’esercizio di un diritto.

Ad esempio un dipendente che, di fronte alla negazione delle ferie da parte del datore di lavoro, gli dice “te la faccio pagare, avrai a che fare con i miei avvocati” non sta commettendo un’intimidazione, ma sta avvalendosi di un suo preciso diritto. Affinché scatti il reato è necessario che ci sia una concreta minaccia della persona offesa, ad esempio, quando qualcuno, nel dire “te la faccio pagare” ha un bastone in mano oppure fa chiaramente intendere il ricorso ad azioni violente. A volte basta anche un dito puntato contro per far intuire che le proprie intenzioni non siano del tutto lecite. Nel reato di minaccia quindi bisogna considerare l’elemento essenziale rappresentato dalla limitazione della libertà psichica: la creazione di un potenziale pericolo per il destinatario della frase fa infatti scattare l’ipotesi di reato.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

 

Al via dal 10 ottobre il nuovo progetto per il riciclo di plastica e vetro.

A giorni verrà avviata una nuova sperimentazione che mira a sensibilizzare i cittadini al riciclo ed al rispetto per l’ambiente. Si tratta del progetto “vuoto a rendere” pensato soprattutto per le bottiglie di vetro e plastica, rifiuti che in natura difficilmente vengono smaltiti.Il progetto sarà in fase sperimentale per un anno ed avrà vantaggi per i consumatori stessi. Ecco come funziona: le bottiglie utilizzate verranno riportate nel luogo in cui è avvenuta la vendita e sarà corrisposta una piccola somma, che varia tra gli 0,03 e 0,05 euro, a seconda del volume della bottiglia, una specie di “cauzione” che al momento dell’acquisto era già stata versata.

Come riconoscere i punti vendita che aderiscono all’iniziativa? Sulla porta d’ingresso sarà esposta una targhetta identificativa in base alla quale il consumatore capirà che può rendere le bottiglie.Importante, e da non sottovalutare, il ruolo stesso del cittadino che diventerà parte di un meccanismo utile a ridurre gli sprechi: non tutti infatti sanno che i materiali quali vetro e plastica sono molto resistenti e possono essere riutilizzati fino a dieci volte prima di essere smaltiti.

Inoltre il metodo del “vuoto a rendere” comporterebbe un risparmio del 60% di energia rispetto a quella necessaria per la fabbricazione di un imballaggio nuovo. In Germania questo sistema è ormai una solida realtà: vedremo l’anno prossimo i risultati in Italia e, se l’iniziativa ottiene successo, potrebbe diventare un “must”, una svolta ecologica per strizzare l’occhio al riciclo ed all’ambiente che ci circonda.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

RCA auto e dispositivo conta chilometri: occhio al contratto di comodato d’uso!

Per ricevere uno sconto sull’importo totale dell’assicurazione molte agenzie chiedono ai propri clienti di installare sul veicolo un dispositivo conta chilometri. Lo stesso, montato sulla batteria dell’auto, seguirà il percorso del veicolo nel tempo riportandone i km: al rinnovo del contratto RCA il conteggio finale determinerà uno sconto in base a precise tabelle di percorrenza. Se si leggono bene le carte il dispositivo è ceduto in comodato d’uso pertanto, una volta risolto il contratto, va restituito, entro trenta giorni, integro ed in perfetto funzionamento all’azienda X pena il pagamento di una penale. Ecco un esempio pratico: un consumatore si reca in un’agenzia di assicurazione per stipulare una polizza. L’agente propone l’installazione del dispositivo conta chilometri per poter usufruire di sconti particolari: il cliente accetta e firma anche un contratto di abbonamento con la società X che, in comodato d’uso, fornisce il dispositivo. Passa un anno e lo stesso consumatore rinnova la polizza RCA rinnovando in automatico anche il contratto di comodato d’uso. Ne passano due e la procedura è la stessa. Al terzo anno però qualcosa cambia: il consumatore a sua insaputa firma, tra le tante carte, l’interruzione del contratto di abbonamento ai servizi offerti dal dispositivo. L’impiegato in quel momento tace la cosa al cliente, perché, se il cliente non si accorge di nulla dopo trenta giorni pagherà una penale per mancata restituzione del dispositivo che va dai € 150 ai € 300 € .

Nel caso presentato la cessazione del rapporto di comodato d’uso è indicata nell’ultimo foglio di un blocco di pagine che l’impiegato fa firmare al rinnovo dell’assicurazione. Il cliente in quel momento si fida di chi ha davanti e non legge nel dettaglio le carte, cosa che farà magari in un secondo momento con più calma. L’invito è quello di leggere bene qualsiasi foglio si stia firmando, poiché in questo specifico caso, l’impiegato ha avuto un comportamento scorretto nei confronti del suo assistito. Se il cliente infatti non si fosse accorto in tempo di quanto stava per accadere avrebbe dovuto pagare la penale: si precisa infatti nel contratto di interruzione del comodato d’uso che “ il dispositivo di proprietà della società X che lo ha concesso al cliente in comodato secondo quanto stabilito dall’art. 1803 e seguenti c.c. deve essere rimesso a disposizione della società X”.

Andando poi sul sito della società X vengono precisati i termini della restituzione, entro 30 giorni dalla risoluzione del contratto, e le eventuali penali applicate. In questo caso si consiglia di riportare il dispositivo presso la sede della RCA e farsi firmare un foglio con data e timbro dell’avvenuta riconsegna del dispositivo.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Truffe al telefono: ecco le dritte per non cadere in trappola!

Negli ultimi tempi sempre più utenti sono vittime della cosiddetta “truffa del sì”. I responsabili sono i call center che, con una semplice telefonata a scopo promozionale, coinvolgono ignari consumatori. Vendere qualche “prodotto speciale” oppure proporre “vantaggiose offerte” sono due dei messaggi principali lanciati dagli operatori dei call center. Prestate attenzione: spesso infatti, nonostante manchi l’ intenzione di cambiare gestore telefonico, energetico o gas, ci si trova spesso illegittimamente sottoscrittori di offerte varie, senza consenso. Com’è possibile? Il funzionamento di questo meccanismo è semplice: la domanda dell’operatore “buongiorno, parlo con il signor Mario Rossi”? nasconde in sé un tranello poiché induce a rispondere “sì”.

Spesso le società che gestiscono i call center aggiungono il “sì” espresso dell’utente a domande mai ricevute appartenenti a conversazioni mai avvenute. Dalla registrazione della chiamata che a quel punto sarà abilmente simulata, sembrerà che l’utente abbia risposto “sì” alle richieste di cambio operatore grazie ad un montaggio audio. Ad ogni modo, se si risponde e ci si accorge di star parlando con un call center, la miglior strategia di difesa è non dare risposte che includano un “sì”. Inoltre è possibile iscriversi al Registro delle Opposizioni un servizio che permette al cittadino presente negli elenchi telefonici di non essere contattato per fini commerciali. In caso di contatto telefonico se ci si rende conto che l’offerta non è interessante, meglio troncare immediatamente la conversazione: non si farà perder tempo all’operatore/ice, che potrà così contattare altri potenziali sottoscrittori e non si incapperà nel rischio di rimanere imbrogliati.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Occhio al tasso zero!

Se per comperare un elettrodomestico vi propongono il tasso zero state attenti! Non sempre si tratta di un’offerta vantaggiosa poiché spesso scattano tassi e spese nascoste che non rendono l’affare conveniente. Come riconoscere quindi la truffa se vogliamo acquistare il forno, la lavastoviglie o il frigorifero a tasso zero?L’operazione delle rateizzazione non coinvolge solo il cliente ed il venditore ma anche la società finanziaria che anticipa i soldi del bene acquistato: sarà a questa che il cliente dovrà restituire la cifra. Ma è come è possibile che la finanziaria, incassando le rate a tasso zero, non ci guadagni nulla? In realtà non è proprio così poiché, qualche interesse si paga già nell’immediato: di norma, viene inserito nelle spese di apertura e gestione della pratica.Inoltre, affinché un finanziamento per l’acquisto di un bene sia veramente a tasso zero, anche il Tan e il Taeg (Tasso Annuo Nominale e Tasso Annuo Effettivo Globale) devono essere pari a zero. Se, calcolando il valore della rata mensile, il primo (il tasso sul capitale) si azzera ed il secondo (il tasso su imposte, istruttoria, commissioni) si alza, non otterremo un vero finanziamento a tasso zero.

Questo tipo di promozione viene applicata per un periodo di tempo limitato: per un tot di mesi, il cliente non pagherà interessi nella rata ma, in quelli successivi ci potrebbe essere un aumento dovuto a nuovi conteggi. Quindi per evitare truffe di questo tipo è importante stabilire nero su bianco che il valore della prima rata deve essere uguale a quello dell’ultima. Ecco qualche esempio pratico: se un elettrodomestico costa 1000 e viene applicato un tasso di interesse del 10% per pagarlo a rate, alla fine il bene costerà 1.100 euro. Ma se lo stesso viene proposto a 1.100 euro a tasso zero, alla fine avrò pagato la stessa cifra. Dov’è la differenza? Se pago in contanti nel primo caso, pago il valore del bene, mentre nel secondo caso, pagando a rate, pagherò anche gli interessi.Il secondo esempio è sugli interessi nascosti. Per riconoscere le truffe nell’acquisto di elettrodomestici a tasso zero, bisogna guardare bene il Taeg, il tasso che contiene tutte le spese nascoste tra cui quelle di istruttoria ed assicurative o le commissioni. Anche il Taeg, come il Tan, dev’essere uguale allo 0%.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Truffe ai danni degli anziani: scattano le nuove normative per i responsabili.

Negli ultimi anni sono aumentate le truffe ai danni delle persone anziane, facili vittime di persone senza scrupoli. A breve, chi si introdurrà a casa di una persona ultra 65enne allo scopo di raggirarla, verrà punito con una multa pari a 3 mila euro e l’arresto con una pena da scontare in carcere pari a sei anni. Questo è il progetto di legge che presto entrerà nel nostro Codice Penale se anche il Senato, così come ha già fatto la Camera, ne approverà il testo. Viene così introdotta una nuova tipologia di reato denominata «frode patrimoniale a danno di un soggetto vulnerabile in ragione dell’età»

Verrà punito chi con mezzi fraudolenti indurrà un anziano a dare indebitamente denaro o altra utilità. Il reato deve essere commesso in casa o presso negozi, uffici postali, banche, ospedali e case di riposo, luoghi preferiti dai delinquenti per incontrare le proprie vittime ed il truffatore dovrà essere colto in flagranza di reato. Se la vittima si trova in uno stato di incapacità a causa di patologie di decadimento fisico o mentale scatta un diverso reato già previsto dal codice penale, quello per la «circonvenzione di incapace» per il quale aumenta la pena: la reclusione passerà da 2 a 7 anni e la multa da 1.300 a 3.500 euro.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile