Bonus nido 2018: come richiederlo.

Il bonus nido è un contributo pari a circa 1.000 euro l’anno che spetta ai figli nati o adottati dal 1° gennaio 2016 per il pagamento dell’ asilo nido pubblico e privato. Il bonus aiuta anche i bambini al di sotto dei tre anni di età,  affetti da gravi patologie croniche fornendo assistenza domiciliare. È erogato direttamente dall’INPS con pagamenti a cadenza mensile: ciò significa che i genitori saranno rimborsati dell’importo sostenuto per iscrizione e rette del nido. Il bonus non è legato al reddito e le domande potranno essere presentate fino al 31 dicembre 2018 per via telematica. In particolare i servizi telematici sono accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN: per l’autenticazione la persona interessata potrà usare il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

Si può inoltre contattare il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o 06 164.164 (a pagamento) per presentare domanda oppure recarsi presso un patronato. In caso di famiglie numerose con più figli a carico è possibile presentare una domanda per ciascuno di essi cumulando gli importi disponibili. Sulle domande pesa, comunque, un vincolo di bilancio che per l’anno in corso è pari a 250 milioni di euro Nel caso in cui, a seguito del numero delle domande presentate, venga raggiunto tale limite di spesa, l’Inps non prenderà in considerazione ulteriori domande. L’ordinamento delle domande, ricorda l’Inps, avverrà in base alla data di presentazione telematica delle stesse.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Assicurazione auto scaduta: cosa si rischia

Mettersi al volante con l’assicurazione auto scaduta comporta dei rischi non solo in caso di incidente ma anche in caso di controllo su strada, o non, effettuato dalle forze dell’ordine.L’ articolo 193 del Codice della Strada indica l’ obbligo per tutti i veicoli di avere la copertura Rca e, per ricordare all’utente la data del rinnovo, la compagnia assicurativa, trenta giorni prima della scadenza, invia un promemeria all’automobilista. Cosa succede se il cosumatore dimentica di rinnovare la polizza?

Ci sono ulteriori 15 giorni di tolleranza che partono dalla data di scadenza della vecchia polizza. Se questo lasso di tempo viene superato scattano, in caso di controllo, le sanzioni che vanno dagli 841 ai 3.287 euro. Oltre alla multa, si rischia anche il sequestro del mezzo. Da ricordare che un veicolo non assicurato è passibile di multa anche quando si trova in sosta in un’area pubblica: ciò significa che non è necessario che l’automobile sia in marcia, è sufficiente che l’assicurazione sia scaduta da più di 15 giorni per incorrere comunque nella sanzione.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Attenzione alla truffa via WhatsApp sul buono Ikea!

Il nuovo raggiro corre su WhatsApp: i truffatori hanno nel mirino milioni di utenti poiché contano sull’App molto diffusa e conosciuta. WhatsApp infatti è, ad oggi, un canale importante di comunicazione veloce a zero costi: i truffatori lo sanno e ne approfittano per diffondere il nuovo messaggio-truffa su un buono regalo messo a disposizione da Ikea, il noto mobilificio svedese.Con la scusa di regalare un buono da 500 euro da utilizzare per acquisti nel suddetto negozio, i truffatori riescono ad ottenere l’indirizzo di posta elettronica dell’utente iniziando un continuo bombardamento via mail. La diffusione del messaggio è cominciata nel weekend tra il 20 e il 21 gennaio e ha raggiunto il picco più alto nel corso della settimana.

Il testo del messaggio è molto accattivante: “Hai visto mai… pensavo che era una fregatura e invece l’ho appena preso!” seguito da un link. Cliccando sul link compare un sito simile a quello di Ikea, ma che in realtà è gestito dai truffatori in cui si invita l’utente a rispondere a quattro domande. Una volte terminato il test, bisognerà inviare lo stesso messaggio ad altri 15 contatti su WhatsApp prima di poter richiedere il buono fornendo il proprio indirizzo e-mail. E qui scatta l’inganno: non si riceverà nessun buono, ma solo una e-mail spam contenenti virus e malware. La stessa azienda Ikea si è affrettata a smentire l’esistenza del buono da 500 euro attraverso un comunicato ufficiale sul proprio sito “IKEA segnala la sua totale estraneità riguardo all’invio di e-mail o di messaggi tramite sistemi WhatsApp Messenger o Facebook Messenger aventi per oggetto “Buono spesa IKEA da 150 Euro”, “Buono spesa IKEA da 900 Euro”, “Buono IKEA da euro 500”, “Voucher 75€ per anniversario IKEA 75 anni”.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Stop alle bollette da 28 giorni: scatta però l’aumento delle tariffe!

Lo stop alle bollette telefoniche con la tariffazione a 28 giorni sembrava un ottima soluzione per ripristinare le vecchie abitudini degli operatori tornando al conteggio originario che aveva il “mese intero” come unità di misura. Recentemente però i principali gestori hanno comunicato ai propri clienti, on line e tramite sms, che la tariffazione tornerà a 30 giorni mentre il piano tariffario subirà un aumento pari all’ 8,6%. In sostanza, per ricavare gli stessi importi, le compagnie telefoniche alzano i prezzi!

Qualche esempio? Vodafone ha comunicato, tramite sms ai propri clienti, le modifiche contrattuali: “dal prossimo 25 marzo per i clienti ricaricabili, dal 5 aprile per coloro che hanno un abbonamento mobile o uno alla rete fissa scattano gli aumenti dell’ 8,6% con bollette a 30 giorni da pagare mensilmente e non ogni due mesi”. Tim invece ilcinvita a cliccare un link dove è possibile simulare la nuova tariffa: “pagate 10 euro al mese? Dal 5 marzo, se siete clienti del mobile e dal 1 aprile per la telefonia fissa, la vostra tariffa passerà a 10,86 euro mensili.” Anche Wind-Tre è dello stesso avviso: sul fronte della telefonia fissa ha così annunciato il ritorno ai 30 giorni a partire dal 5 aprile, ovvero il limite massimo fissato dalla legge per adeguarsi. Sul fronte del mobile per i clienti della stessa società invece il cambiamento partirà dal 24 marzo. La domanda nasce spontanea: chi si occupa in questi casi della tutela del consumatore?

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Pensione casalinghe: di cosa si tratta?

La pensione per le casalinghe è un beneficio economico rivolto sia a donne che uomini che si prendono cura, a titolo gratuito, della famiglia e della gestione della casa. In realtà è dal 1997 che esiste un Fondo dedicato a chi svolge quotidianamente tali mansioni e, gli iscritti possono, a determinate condizioni, ricevere una pensione di inabilità o di vecchiaia. Quali sono i requisiti per iscriversi al Fondo? Avere un età compresa tra i 16 ed i 65 anni (vale per entrambi i sessi), svolgere attività di assistenza e cura, di casa e famiglia, senza percepire retribuzione, non essere titolari di pensione diretta, svolgere un lavoro part time con orari conciliabili con il lavoro casalingo.È possibile effettuare l’iscrizione al Fondo per la pensione casalinghe 2018, in qualsiasi periodo dell’anno, presentando domanda per via telematica all’Inps. La domanda può essere effettuata utilizzando tali canali: accedendo ai servizi telematici Inps, se si possiede il Pin oppure contattando il numero verde dell’ente (803.164). Si può inoltre andare presso un Patronato o altri intermediari autorizzati, che provvederanno gratuitamente a trasmettere, per conto del cittadino, la domanda d’iscrizione al Fondo Casalinghe online.

Una volta presentata la domanda, se tutto è tutto in regola, l’Inps accoglie la richiesta inviando all’iscritto i bollettini postali per pagare il contributo mensile. Una volta avvenuta l’iscrizione, questa conserva la sua validità anche se non vengono effettuati tutti i versamenti. In caso di mancato pagamento di qualche bollettino, infatti, l’istituto accrediterà i singoli mesi in base a quelli pagati. L’importo da versare per le persone iscritte al Fondo è libero, ma solo versando un contributo mensile minimo, pari a 25,82 euro, l’Inps può accreditare un mese di contribuzione. In un anno, l’Istituto accredita, pertanto, i mesi che risultano dividendo l’importo totale versato per 25,82 euro, per cui se ad esempio nel corso del 2018 si sono versate 110 euro in totale, vengono riconosciuti quattro mesi di contributi. Il pagamento dovrà essere effettuato tramite bollettini di conto corrente postale inviati direttamente a casa dall’Inps in seguito all’iscrizione. Il pagamento dei contributi può avvenire in qualsiasi momento dell’anno, quindi non per forza al mese. La pensione casalinghe 2018 non è integrabile al trattamento minimo pensionistico e l’importo è da determinare secondo il calcolo contributivo. In particolare, sono a carico dell’Inps la pensione di inabilità, che viene concessa con almeno cinque anni di contributi, a condizione che sia intervenuta l’assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa e la pensione di vecchiaia, che spetta a partire dal 57° anno di età, a condizione che siano stati versati almeno cinque anni di contributi e viene liquidata solo se l’importo maturato risulta almeno pari all’ammontare dell’assegno sociale maggiorato del 20%. L’importo dell’assegno sociale per il 2018 è pari a 453 euro mensili.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Dopo i sacchetti bio, arriverà anche la tassa sulla plastica!

I sacchetti biodegradabili a pagamento per confezionare frutta e verdura sono da poco entrati sul mercato e hanno già dato il via a numerose polemiche scoppiate sui social e non solo. Cosa faranno i cittadini quando verrà introdotta anche la tassa sulla plastica? E’ notizia recente che l’Unione Europea pensa di inserire questa nuova imposta per trovare ulteriori risorse da destinare al bilancio. L’idea prende spunto anche da un importante avvenimento storico che ha fatto aprire gli occhi ai commissari di Bruxelles: dal primo gennaio 2018 la Cina ha chiuso il mercato per riciclare la plastica.

Quindi, mentre in Cina si chiudono le frontiere, l’Europa resta indietro producendo un gran quantitativo di plastica che, neanche utilizzando il riciclo, si riesce a smaltire. In attesa di una decisione le valutazioni dei commissari ruotano intorno ad un quesito importante: la tassa andrà a colpire le componenti che si usano per produrla oppure il prodotto finito? Ci saranno esenzioni per prodotti di uso quotidiano? Staremo a vedere, nel frattempo l’UE  pensa che l’introduzione della tassa sulla plastica possa responsabilizzare i cittadini invitandoli a ridurne i consumi. Le conseguenze? La produzione di plastica diminuirà notevolmente ed il gettito finirà nelle casse del bilancio europeo, andando a colmare il buco da 12-14 miliardi che si aprirà dopo la Brexit.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

E’ valida la multa se indirizzata al vecchio domicilio?

Cosa succede se chi ha compiuto un’infrazione riceve una multa al vecchio indirizzo e non al nuovo? Secondo il Codice della strada la notifica della multa è valida se effettuata presso l’indirizzo di residenza indicato nella carta di circolazione. Quindi, se nel frattempo, il destinatario ha cambiato abitazione non ha alcun obbligo di comunicare l’accaduto alla Motorizzazione. L’adempimento infatti deve essere svolto dagli uffici comunali che devono trasmettere alla motorizzazione i nuovi dati.

Una volta ricevuta la notifica, sarà la stessa Motorizzazione a mandare la notifica agli uffici provinciali del Pubblico Registro Automobilistico. Sulla questione si è espressa anche la Corte di Cassazione secondo cui il termine per la notifica del verbale, nel caso in cui il destinatario abbia una nuova residenza, va individuato nella data di annotazione del cambio di indirizzo indicata negli atti dello stato civile. Quindi non si può considerare tempestiva la notifica del verbale stradale se sono trascorsi più di 90 giorni dalla variazione di domicilio: la conseguenza è che la multa risulta non più valida e verrà quindi annullata.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile