Cos’è il pagamento in contrassegno?

Carta di credito, ricaricabile o contrassegno: spesso si può incappare in questo dilemma praticando dell’e-commerce. Lo shopping online, infatti, è ormai un’abitudine comune per molte persone, soprattutto nel periodo che precede il Natale, e la scelta della modalità di pagamento gioca un ruolo importante nella fase di acquisto. Sono ancora molte le persone che nell’era dei pagamenti elettronici, preferiscono pagare in contrassegno. Ma cosa significa pagare in contrassegno e quando è meglio scegliere questo metodo? Il contrassegno è un metodo in cui il destinatario paga direttamente il prodotto al momento della consegna. In poche parole, il cliente paga al corriere l’importo indicato sulla lettera di vettura o sul documento di trasporto al momento della ricezione del pacco. È importante notare che questa opzione di solito comporta un costo aggiuntivo oltre al prezzo normale del prodotto per garantire un comodo pagamento in contrassegno. Quali i vantaggi? Il pagamento in contrassegno viene spesso deciso per motivi di sicurezza.

Le persone che preferiscono questo metodo vogliono evitare il rischio di perdere denaro se l’articolo ordinato non viene spedito o consegnato a causa di problemi con il corriere o altre circostanze impreviste. Il pagamento tramite contrassegno garantisce il pagamento dell’importo dovuto solo nel caso in cui il cliente entri fisicamente in possesso del prodotto desiderato.
Sebbene questa pratica renda in qualche modo l’esperienza di acquisto online più simile a un’esperienza fisica, in realtà non ci protegge allo stesso modo dei pagamenti online. Ad esempio, supponiamo che un oggetto arrivi esattamente come lo hai ordinato, ma quando provi a usarlo si scopre che non funziona. In questo caso il pagamento al momento del ritiro non risolverà l’inconveniente.

Il pagamento in contrassegno offre ulteriore sicurezza, ma non è sempre il metodo più conveniente. Molte aziende affidabili e negozi online rinunciano alla consegna in contrassegno per evitare problemi con i corrieri. D’altro canto, le garanzie dei rivenditori fidati ora rendono gli acquisti online sicuri quasi quanto gli acquisti in negozio. Si consiglia il pagamento in contrassegno quando si acquistano articoli di alto valore o quando il venditore è sconosciuto o inaffidabile come indicato da recensioni negative. I grandi negozi online come Amazon però preferiscono il pagamento anticipato per evitare problemi causati dai clienti che si rifiutano di pagare o acquistano in modi sospetti. Inoltre  il pagamento in contrassegno non è tracciabile.

Direttore Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

Ecco la truffa dei pacchi Amazon a prezzi irrisori su Facebook.

La truffa dei pacchi non reclamati di Amazon è tornata sui social media. Sono venduti pallet interi per pochi euro ma a quanto pare l’unico risultato di questa operazione è il furto di dati personali. Le immagini sono attraenti. Pallet ammucchiati proprio davanti ai magazzini, loghi Amazon ovunque, pacchi di ogni genere protetti a malapena da cellophane. Ma soprattutto il prezzo: solo 2,95 euro per la fornitura intera. Bastavano alcune ore in più di lavoro con Photoshop per rendere tutto davvero credibile. Ecco la truffa dei pacchi non venduti di Amazon su Facebook.

Tutto inizia con i post sponsorizzati. Navigando sul social network, gli utenti vedono messaggi come questo: “Amazon sta svuotando i suoi magazzini dai pacchi non reclamati. Per evitare di pagare i costi di smaltimento, l’azienda ha deciso di impossessarsene. Rispondendo ad alcune domande è possibile comperare un pallet con vari apparecchi elettronici per 2,95 euro.” Nonostante il messaggio sia una truffa, soddisfa i criteri di sponsorizzazione di Facebook.

Dopo l’annuncio, agli utenti viene chiesto di cliccare su un collegamento per acquistare i prodotti. È qui che iniziano i segni più evidenti di frode. Il portale che si raggiunge è una copia della vera Amazon. Una copia relativamente mal fatta. I colori sono quasi gli stessi in termini di tonalità, ma con intensità diversa. Il messaggio di benvenuto è scritto in un italiano stentato forse tradotto automaticamente dal francese poiché nella parte superiore del sito compaiono le parole “Livraison gratuita”, “Spedizione gratuita”.

Dunque la pratica di Amazon di donare pochi euro non è vera. Non esiste una lotteria per i pacchi in deposito. A questo punto bisogna rispondere ad un breve sondaggio, dal quale potremo anche scegliere i prodotti che ci interessano. Ora è l’ultimo passo per ricevere il nostro pacco. Un gioco appare sullo schermo con nove caselle chiuse. Possiamo sceglierne tre: se troviamo qualcosa in almeno uno, la base in stock è nostra. Un timer di due minuti avvisa di affrettarsi al pagamento. Sono necessarie però tutte le nostre informazioni, anche le coordinate bancarie. La truffa è servita.

Direttore Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

Curiosità? Come e quanta acqua consumiamo nelle nostre case?

Ogni italiano consuma in media 130-140 litri di acqua potabile al giorno, con valori massimi fino a 300 l/d. Questo numero può effettivamente variare a seconda della regione, del clima o semplicemente del nostro stile di vita. Solo una piccola parte di ciò che personalmente consumiamo ogni giorno viene utilizzata per il cibo: il bere e l’utilizzo in cucina e in cucina rappresentano solo il 3,5%.

La quasi totalità, il 96,5%, viene spesa per l’igiene personale, i servizi igienici e tutto ciò che riguarda la pulizia degli abiti, degli oggetti, dei veicoli e della casa stessa. Di questo 96,5%, il 35% è destinato all’igiene personale e oltre il 31% allo sciacquone del water. A queste percentuali si aggiunge il 18% degli elettrodomestici (lavatrici e lavastoviglie). Come è chiaro, senza considerare gli usi alimentari e igienici, quasi il 60% dei consumi è costituito da acqua di alta qualità, anche se di fatto non serve.

Come mostrano le percentuali, i consumi non alimentari comprendono la quasi totalità dei consumi delle famiglie. Questi ultimi variano, tra l’altro, a seconda delle caratteristiche dei dispositivi utilizzati e delle abitudini di ciascuno di noi (alcune lavatrici e lavastoviglie sono più economiche di altre, la quantità di acqua consumata durante la doccia varia a seconda della durata, della modalità di utilizzo, la presenza o meno di dispositivi di riduzione del flusso d’acqua). Tra l’altro è bene ricordare che gli elettrodomestici vecchi e non ben regolati possono causare un aumento dei consumi. Ma avete idea di quanta acqua utilizziamo in media per lavare i piatti, fare la doccia o altre attività quotidiane?

Ecco alcuni numeri.
Nella nostra cucina:
lavaggio stoviglie a mano: 10-12 l per ciclo di lavaggio;
lavaggio in lavastoviglie: 25-40 l per ciclo di lavaggio (20-25 l per il più efficiente).

Nel nostro bagno:

Scarico WC: 10 – 12 l per scarico con cassette tradizionali, 3 – 6 l per scarico con cassette a due pulsanti;
doccia (in abitazione privata): 30-60 l;
bagno (in abitazione privata): 60-120 l.

Nel nostro giardino
autolavaggio: 150 – 200 l;
irrigazione del giardino: 15-20 l/m2.

Direttore Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

Novità relative all’Isee 2024.

Dal 1° gennaio 2024 arrivano nuove funzionalità al modello di Autodichiarazione Unica (DSU), che è il calcolatore per l’indicatore della situazione economica della famiglia. Il nuovo modello è stato omologato con il Regolamento n. 407 e pubblicato sul sito del Ministero del Lavoro . Si attendono però novità anche sul fronte ISEE, in quanto l’aggiornamento del modello DSU ne modifica le modalità di calcolo . Va ricordato che l’ISEE è indispensabile per ottenere contributi e agevolazioni, come concessioni bonus individuali e generali o integrazioni a carattere familiare, che  sostituiranno il reddito di cittadinanza. Il nuovo modello tiene conto delle novità introdotte dall’Adi, secondo le quali i coniugi possono mantenere lo stesso nucleo familiare anche dopo la separazione o il divorzio, se è consentito loro di vivere nella stessa abitazione. La dichiarazione dell’Ise in corso dovrà essere presentata nuovamente entro la scadenza per il mantenimento dell’Adi. Il limite di autonomia reddituale per gli studenti passerà da 6.500 euro a 9.000 euro annui. Ai fini Isee, per essere considerato autonomo uno studente deve dimostrare la residenza fuori dall’ unità abitativa della famiglia di origine da almeno due anni e presentare una capacità di reddito congrua.

Come accedere al sistema Isee? Ogni componente maggiorenne del nucleo familiare può loggarsi al sito dell’INPS con una propria identità digitale (Spid, Cie o Cns) e dare il consenso alla precompilazione dei propri dati per la Dsu precompilata . Come noto sono ora escluse dall’IRAP le persone fisiche che esercitano attività commerciali o esercenti arti e professioni: una novità importante nella tassazione per questa fascia di persone. La circolare INPS spiega anche come sono state aggiornate le registrazioni ed i riferimenti ISEE nei vari anni. (righe, colonne, codici) sono stati aggiunti alle dichiarazioni dei redditi e alle prove relative all’anno d’imposta 2022 e sono state integrate alcune sezioni sui paragrafi DSU pre-compilati per consentirne la preparazione. Inoltre, è stato rinominato il campo Reddito agricolo del Quadro FC4 del modello DSU Mini e DSU Integrale, sono stati modificati anche i moduli e le istruzioni di compilazione per consentire l’abrogazione dal 1° gennaio 2024 del provvedimento che prevedeva l’inclusione nel nucleo dei genitori del figlio di maggior età che non conviveva con loro che cosi poteva risultare a loro carico fino a 26 anni. Inoltre, sono state aggiunte alla guida due nuove sezioni: una sui membri appartenenti a percorsi protettivi legati alla violenza sessuale  e l’altra sulle condizioni aggiuntive per richiedere l’assegno di inclusione”.

Direttore Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

Bonus trasporti addio?

Ci sono volute meno di due ore per utilizzare i fondi disponibili nell’ultimo clic del 1° dicembre per il bonus trasporti. Il Ministero dei Trasporti ha sospeso le richieste alle 9:44. perché i soldi erano già finiti. Insomma, i fondi disponibili si sono esauriti molto rapidamente: a dire il vero erano disponibili solo 7,7 milioni di euro. Purtroppo, una volta esauriti i fondi residui, pare sia stato chiuso definitivamente anche il bonus. Il governo infatti, non ha alcuna intenzione di rinnovare la risorsa il prossimo anno: non sono previsti fondi per il rifinanziamento della misura e sembra paventarsi all’orizzonte solo un’ipotesi, non ancora ufficialmente accreditata, che lascerebbe gennaio come data del ultimo clic day per distribuire i fondi non spesi dai candidati nel mese di dicembre. Capita spesso, infatti, che qualcuno chieda il bonus di 60 euro, ma poi per vari motivi non lo utilizzi nel corso del mese. Si tratta comunque di un importo molto esiguo che non soddisferebbe nessuno.

Il bonus, almeno fino ad oggi, ha un requisito: un reddito personale inferiore a 20mila euro annui. Chiunque sia al di sotto di tale soglia può utilizzare la misura. Si parla invece dell’estensione, nel 2024, delle funzionalità della carta “Dedicata a te” con la quale acquistare gli abbonamenti ai trasporti pubblici Questa carta sarebbe riservata alle famiglie con ISEE inferiore a 15.000 euro, ma nessuno dei suoi componenti può percepire altre indennità. La shopping card nasce per tutt’altro scopo: supportare le famiglie nell’acquisto di beni di prima necessità. Dal prossimo anno dovrebbe essere utilizzato anche per acquistare carburante e abbonamenti ai trasporti pubblici. Vedremo.

Direttore Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

Assegno unico. Attenti a ricordare il rinnovo dell’Isee.

Nel 2023 l’assegno unico universale è stato riscosso da 5,59 milioni di famiglie con figli. Come è stato deciso con il dal Dlgs 230/2021 che regola questo tipo di misura, l’importo destinato ai genitori va commisurato ogni anno al costo della vita. L’inflazione galoppante ha fatto si che gli importi attuali variano dal minimo di circa 54 euro al mese al massimo di 189,2 euro per ogni figlio, sulla base dell’importo dell’isee. Per chi ha figli che hanno meno di un anno o per le famiglie con 3 figli oppure più figli fino al terzo anno di ciascun figlio con un isee massimo di 40mila euro, c’è un aumento del 50% che fissa l’assegno a un massimo di 262,5 euro al mese. La percentuale ufficiale però verrà divulgata con un comunicato di Istat a gennaio e dovrà essere utilizzata sugli importi base per ciascun figlio. Alla fine 2022 l’Inps ha stabilito nuovi principi sulla presentazione della domanda domanda di Assegno unico universale. Dal 2023 il rinnovo è automatico, ma rimane l’impegno di rinnovare l’Isee e comunicare eventuali variazioni.

La domanda va dunque presentata solo la prima volta, come nel casso della nascita del figlio. Ma per assicurarsi che le somme siano legate alla propria situazione reddituale ogni anno si deve richiedere una nuova attestazione isee. E se no si aggiorna l’isee? Se per il 2024 non si aggiorna l’Isee per esempio , il totale dell’Assegno unico universale viene portato al minimale. Ricordiamo che per richiedere l’Isee 2024 si è in tempo fino al 29 febbraio 2024. Entro il 30 giugno 2024 poi è necessario effettuare il ricalcolo a decorrere dall’1 marzo e ottenere il pagamento degli arretrati.

Direttore Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

Il TAR del Lazio sospende l’adempimento del Titolare effettivo.

Il TAR del Lazio attraverso l’ordinanza n. 8083/2023, ha deciso di accogliere la richiesta di una associazione di categoria di bloccare momentaneamente l’efficacia del decreto del “Ministero delle Imprese e del Made in Italy” che al suo interno elencava le regole attuative per inviare i dati relative al titolare effettivo alle Camere di commercio. Il risultato è che è stato sospeso il termine ultimo per inviare la comunicazione che era fissato all’11 dicembre 2023. Proprio pochi giorni prima dalla scadenza fissata l’11 dicembre 2023, è giunta dunque la sospensione del decreto 29 settembre 2023 del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) che ha di fatto dato il la alla comunicazione del titolare effettivo alle Camere di commercio.

L’ordinanza n. 8083/2023 è stata pubblicata il 7 dicembre 2023 e ha bloccato il countdown di 60 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Ora tutto è rimandato alla trattazione di merito del ricorso all’udienza pubblica del 27 marzo 2024 per avere maggiori informazioni. Alla base della decisione del Tar ci sono stati i principi del fumus boni iuris e del periculum in mora. I due elementi caratteristici dell’azione cautelare sono sia elementi oggettivi dell’azione ma anche l’oggetto del procedimento cautelare. Per quanto concerne il fumus boni iuris il giudice ha rilevato “profili di complessità, involgenti anche questioni di compatibilità eurounitaria, che richiedono un approfondimento nella più appropriata sede di merito”. Per quanto riguarda il periculum in mora il giudice prospetta la probabile sopravvenienza futura di un pregiudizio della situazione sostanziale del richiedente e dunque decide di neutralizzarla con il provvedimento cautelare. Dunque ora tutto è sospeso e rimandato a quando la questione non sarà affrontata dal Tar nel merito nell’udienza del 27 marzo 2024.

Direttore Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano