Da gennaio la farina di grillo è commerciabile anche in Italia.

Chi di voi non ha sentito in questi giorni parlare in tv della farina di grillo. Questo perché l’Unione Europea ha dato il via libera alla commercializzazione del prodotto in tutti i Paesi Ue. Naturalmente anche l’Italia è stata interessata da questa importante novità culinaria. Le paure ovviamente sono sempre le stesse. Siamo sicuri? Come reagirà il nostro organismo? Inoltre questo particolare macinato potrebbe essere camuffato all’interno di ricette di altri prodotti come dolci o biscotti?

Prima di tutto è importante capire come si ottiene la farina di grillo. Alla base di tutto ci sono le larve dei grilli che vengono macinate dopo essere state allevate attraverso tecniche ben precise che sono state analizzate accuratamente  dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). Il problema potrebbe sorgere a causa della chitina (proteina che ritroviamo nell’esoscheletro degli artropodi cioè granchi, aragoste, gamberi, e insetti).  Ci sono infatti dei soggetti che manifestano un’allergia a tale sostanza. Si possono manifestare sintomi lievi ma si può arrivare anche allo shock anafilattico.

Dal punto di vista economico la farina di grillo rappresenterà, almeno in una fase iniziale un prodotto di nicchia. Infatti il suo costo, circa 70 euro al chilo, non potrà competere con quello delle farine comuni che si aggira intorno ai 2 euro al chilo. Dal punto di vista nutrizionale invece il prodotto si presenta ricco di proteine, fibre, calcio, vitamina B12, ferro, fosforo e sodio. Vedremo dunque cosa accadrà in Italia e soprattutto se marche famose di farina decideranno di lanciarsi in questo nuovo business.

Direttore Responsabile Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

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